Sei una vittima patologica? 6 segnali per capirlo

La tua vita è rovinata dal vittimismo patologico?

Capirlo non è facile. Sei in una spirale negativa in cui tutto va male, il mondo sembra avercela con te, tutti intorno a te hanno successo mentre tu sei lì, impotente e in balia degli eventi.

Se ti senti così, probabilmente sei una vittima patologica, e non ti rendi conto che l’unica cosa che ti separa dal successo è il tuo atteggiamento mentale. Ecco 5 segnali per capire se anche tu ne fai parte.

1 – I consigli non fanno per te

Quando leggi i consigli per migliorare la tua situazione, pensi che non facciano per te. In tutti gli ambiti, come:

E tutti gli altri obiettivi che ti poni. Sembra che al mondo vada sempre bene, ma tu hai sempre problemi. Ti nascondi dietro alla frase:

“La mia situazione è diversa”

Ossia una delle 3 frasi più pericolose della tua vita.

Lo dici quando ricevi un consiglio ma pensi che a te non si applichi perché, appunto, la tua situazione è diversa. Leggi libri di crescita personale non perché vuoi crescere, ma per trovare un’altra finta prova che tu felice non lo potrai mai essere.

Non ti accorgi che tutti hanno i tuoi problemi. La tua situazione non è diversa, è solo non perfetta. Non sei l’unico.

Le difficoltà ce le abbiamo tutti, per raggiungere i nostri obiettivi. C’è chi si attacca con i denti al suo sogno e ha successo, e c’è chi molla alla prima difficoltà. I secondi guardano i primi e dicono: a loro è andato tutto bene, ma la mia situazione è diversa. Pensano che se loro avessero avuto le stesse condizioni, avrebbero fatto anche meglio.

Alcune frasi comuni che ti fanno rientrare in questa categoria sono:

  • Ma io ho dei figli.
  • Ma io non ho una laurea.
  • Ma io non ho esperienza.
  • Ma io sono sovrappeso.
  • Ma io vivo al sud.
  • Ma a me fa male il ginocchio.
  • Ma io non ho soldi.
  • Ma io sono sfortunato.

E potrei andare avanti quanto vuoi. Invece di lamentarti di quanto il mondo sia ingiusto con te, trova una soluzione come hanno fatto tutte le persone di successo prima di te.

Consiglio: elimina la parola “ma” dal tuo vocabolario e sostituiscila con “e”. Ti costringe a ragionare.

2 – Sei sempre sfortunato

Una conseguenza del punto di cui sopra: a te è andata sempre male, non hai avuto il culo degli altri, quindi la tua situazione è diversa. Vuoi sapere in realtà cos’è la fortuna?

Guarda quest’immagine:

Kanisza_Square_Illusion

Se vedi un quadrato bianco al centro, complimenti! Sei un essere umano.

Ma il quadrato non esiste. Sono quattro cerchi riempiti a 3/4 di nero, e un quarto di bianco.

Il cervello cerca degli schemi anche dove non ne esistono per dare un senso al mondo. È un processo deduttivo antico e inconscio. A volte funziona, a volte sbaglia clamorosamente.

Come nel caso della fortuna: una serie di eventi casuali viene interpretata dal cervello come “fortuna” o “sfortuna” a seconda del tuo preconcetto:

  • Se ti credi fortunato, la mente cancellerà ogni evento negativo.
  • Se ti credi sfortunato, la mente cancellerà ogni evento positivo.

La tua mente plasma la realtà che ti circonda: il filtro dell’inconscio seleziona le informazioni da passare alla mente razionale (ne parlo meglio nel manuale anti-confusione). Se pensi di essere uno sfigato cronico, ci sono buone possibilità che tu sia anche una vittima patologica: pensi che il mondo ce l’abbia con te, una forza sovrannaturale non ha niente di meglio da fare che ostacolarti la vita. Ti rendi conto dell’assurdità?

La sfortuna, come il quadrato bianco, non esiste. È la scusa della mente per giustificare il fallimento, per dare senso al caso. Dire che il tuo insuccesso è colpa della sfortuna è come dire che è colpa del mio Maya Quetzalcoatl.

3 – Incolpi il passato

"Signor Passato, lei è licenziato"
“Signor Passato, lei è licenziato!”

Pensi che gli errori del passato siano un ostacolo insormontabile per raggiungere i tuoi obiettivi.

Ti svelo un segreto, ma non dirlo a nessuno: quello che oggi si chiama presente, domani sarà passato. Se seiconvinto che quello che hai fatto negli anni precedenti influenzi così tanto la tua situazione odierna, allora quello che fai oggi influenzerà il tuo futuro. È logico, ed è vero.

Le persone hanno successo perché investono su loro stesse: fanno uno sforzo oggi, per ottenere un beneficio domani. Che sia scrivere un libro, studiare per trovare lavoro o imparare una nuova lingua, sanno che non battere la fiacca oggi significa avere un futuro migliore.

Può darsi che il tuo passato non sia dei migliori. Magari in parte non è nemmeno colpa tua. Ma dimenticati il passato. Come dice Il Re Leone, il passato è passato. Concentrati su quello che puoi fare oggi:

  1. Continuare così e dare la colpa della tua infelicità al passato per tutta la vita.
  2. Capire che se investi sul tuo futuro oggi, fra un anno potrai dire “sono felice grazie al mio passato.”

La felicità non ti viene data dalla fatina buona. Se la stai ancora aspettando, buona fortuna. Devi costruirtela tu, con il sudore della fronte, mattone su mattone. Se il passato è la causa delle tue disgrazie, significa che all’epoca non ti sei impegnato per essere felice. Vuoi continuare così all’infinito o darci un taglio? Prima o poi i mattoni della felicità devi posarli. Il miglior momento è dieci anni fa, il secondo miglior momento è oggi.

“Ma aspetta” mi dirai, “io non avevo il controllo di quello che mi è successo in passato e ancora oggi sono in balia degli eventi, cosa faccio?” Beccato! Ecco perché un altro segnale è…

4 – Non hai il controllo della tua vita

E poi finisce così.
E poi finisce così.

O meglio: credi di non avere il controllo della tua vita. È un’illusione. Quale delle due frasi ti fa sentire meglio?

  1. “Io sono una persona eccezionale, ma il mondo è contro di me, la mia situazione è diversa, sono uno sfigato cosmico, quindi nonostante tutte le qualità ancora sono insoddisfatto. Non è colpa mia, ce l’ho messa tutta.”
  2. “Sono uno sfaticato che si arrende alla prima difficoltà. Se mi impegnassi a fondo potrei un giorno vedere il successo, ma è troppo difficile: devo mettere alla prova le mie credenze, faticare, ammettere che non sono il migliore. No grazie, preferisco annegare nella mediocrità e lamentarmi.”

Qui la tua mente bara: anche se la seconda frase è quella giusta, la prima ti fa sentire meglio. Piuttosto che ammettere i tuoi errori, dai la colpa a un fattore esterno. Il “mondo.” Che poi, chissà cosa intende la gente quando dice “il mondo.”

Nota che gli altri punti tolgono controllo dalla tua vita:

  • Dire “la mia situazione è diversa” toglie il controllo sull’applicare i consigli che leggi alla tua situazione.
  • Dare la colpa alla sfortuna toglie il controllo sugli avvenimenti: tu puoi fare quello che vuoi, ma il risultato è determinato dal fato.
  • Dare la colpa al passato ti toglie la responsabilità sul presente, e il controllo sul futuro.

Controllo implica responsabilità: se hai il controllo della tua vita e la tua vita non è come te la saresti immaginata, la colpa è tua. Ma se tu non hai il controllo, la colpa è di qualcun altro: fato, decisioni sbagliate, passato, suocera.

Sei spettatore della tua vita. La tua esistenza, quella che ti definisce, non è più tua. Se ti chiedi perché niente va mai come vuoi tu, ecco la risposta: hai scelto di perdere il controllo della tua vita per non avere responsabilità sul presente e sul futuro. Se vuoi continuare così, fai pure: hai già visto i risultati. Stress, ansia, insuccesso, disoccupazione, infelicità.

Prendere il controllo della tua vita significa capire che le scelte di oggi avranno una ripercussione domani. Non immediata, ma progressiva (ed esponenziale) secondo la teoria dei piccoli cambiamenti. Tutti sono assoggettati alla legge di causa – effetto. Ricchi e poveri, felici e infelici, fortunati e sfortunati. Solo chi prende in mano la sua vita ha successo.

5 – Hai paura per il futuro

Se sei pessimista per il futuro, sei per definizione una vittima patologica.

Il futuro sarà straordinario, come ti ho già dimostrato, e il benessere non cesserà di crescere. La paura nasce dall’incertezza: se non sai cos’ha per te il futuro, hai paura di perdere tutto. La felicità che ti rimane. L’incertezza può riguardare:

  • Salute.
  • Felicità.
  • Lavoro.
  • Successo personale.
  • Amicizie.

Se sei una vittima patologica, hai rinunciato al controllo sulla tua vita. E allora ovvio che hai paura: l’incertezza è al massimo perché non hai modo di influenzare gli eventi. Ancora una volta, la mente ti dice una bugia: non è colpa tua, è colpa della società, del governo, delle multinazionali, della setta segreta che governa il mondo. Ma non tua. Esci di casa e con sguardo di chi ne sa più degli altri dici agli ottimisti: “tu non hai capito niente, il mondo sta andando a rotoli.”

No. Il tuo mondo sta andando a rotoli. Hai scelto di non scegliere, di lavarti le mani, di evitare ogni responsabilità riguardo il tuo futuro. L’incertezza e la paura sono una logica conseguenza del tuo comportamento.

Vuoi non avere più paura per il futuro? Prendi in mano la tua vita. Scrivi tutte le tue paure, individua le incertezze da cui derivano e chiediti cosa puoi fare oggi per mettere dei pilastri certi. Hai paura per il tuo lavoro perché non sai se lavorerai fra sei mesi? Impara una competenza, specializzati, impegnati per trovare il lavoro dei tuoi sogni. Quando avrai la certezza che il tuo futuro sarà straordinario, la paura se ne andrà.

6 – Ho fatto una scelta

La trappola mentale delle scelte alternative è il limitatore di velocità del cervello: ti costringe ad andare più piano di quello che saresti capace di fare. Si attiva quando giustifichi il fallimento in un’area con una scelta consapevole che hai fatto in passato. Hai l’illusione del controllo, senza la responsabilità che ne deriva. Alcuni esempi:

  • Non ho un buon lavoro perché mi sono fatto una famiglia.
  • Non ho fatto carriera perché ho dei principi morali.
  • Sono sovrappeso perché non voglio torturarmi con delle diete.
  • Non viaggio perché mi sono preso delle responsabilità.

L’inghippo: sicuro che queste scelte si escludano a vicenda?

Sicuro di dover rinunciare a un buon lavoro perché hai dei figli? Guardali negli occhi e dì loro: io avevo una carriera sfavillante davanti a me, potevo essere felice e di successo. Poi sei arrivato tu.

Perché rinunciare alla carriera per i figli significa questo.

O è più probabile che lo stai usando come scusa? Ti nascondi dietro a una presunta scelta vincolate, senza pensare che si possono avere sia una famiglia che una carriera. Bill Gates ha due figlie.

Ogni volta che ti accorgi di usare questa scusa, chiediti se la scelta che hai fatto è veramente vincolate: la maggior parte delle volte ti accorgerai che non è così.

P.S. Grazie all’articolo di Alessandro Cosimetti per avermi dato lo spunto. 🙂