All’universo, di te, non gliene frega niente

Pensi di occupare un posto speciale nell’universo?

Che presunzione. La storia dell’universo è molto di più.

 

Da qualche parte, 14 miliardi di anni fa tutto ebbe inizio con il Bing Bang. Una palla della dimensione inferiore all’atomo che conteneva tutta la materia dell’universo conosciuto. Me, te, il tuo computer, il sole e tutto il resto. Nello spazio di un atomo.

Il tutto ad una temperatura tiepidina di 1032 gradi. La notazione scientifica non rende l’idea dei numeri:

100.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000

Una cifra del genere non so nemmeno se ha un nome. Mica bazzeccole.

In questo stato, l’universo ci ha messo qualche milione di anni per raffreddarsi abbastanza da permettere la formazione delle prime stelle. Milioni di anni per raffreddarsi abbastanza da creare enormi palle di fuoco, non so se mi spiego.

Queste stelle, che non amano la solitudine, si mettono insieme e iniziano a formare le galassie. Ce ne sono 500 miliardi solo nell’universo conosciuto. Ogni uomo sulla Terra potrebbe avere 5 galassie personali, e ancora ce ne sarebbero in avanzo.

In tutto, le stelle osservate finora sono 100 sestillioni. Ancora una volta, forse scritto così capisci meglio:

100.000.000.000.000.000.000.000

E questo è l’universo conosciuto, che per quanto ne sappiamo potrebbe essere grande un decimo di tutto l’universo.

Nel gruppo Locale, nel braccio Virgo, nel supergruppo Locale, si forma una galassia nemmeno troppo grossa conosciuta come Via Lattea, che conta 400 miliardi di stelle.

In questa galassia, dopo poco più di 9 miliardi di anni dal Big Bang, si forma il sole. Evviva!

Quei quattro sassi che ruotano attorno al sole, che per qualche miracolo matematico non vengono né risucchiati dalla gravità né sparati nel freddo spazio siderale dalla forza centrifuga, si aggregano per formare i pianeti.

Fra questi, c’è la Terra. Evviva!

Avanti veloce di qualche miliardo di anni: palla di fuoco, crosta solida, vulcani, atmosfera, vapore acqueo, oceani. A un certo punto un gruppo di proteine capisce che l’unione fa la forza, e creano una cellula.

Dopo qualche migliaio (milione?) di esperimenti falliti, questa cellula si sdoppia: è nata la vita sulla terra. Evviva!

Avanti veloce di qualche altro miliardo di anni: altre cellule, evoluzione della specie, organismi pluricellulari, pesci, dinosauri, meteorite.

50 milioni di anni fa, arrivano i primi ominidi.

L’uomo si evolve, conquista il pianeta, inventa internet, guarda il Grande Fratello.

Per un po’, tutto bello. A un certo punto nasci tu.

Ma il sole non è un motore a risparmio energetico, ogni secondo brucia due tonnellate di idrogeno.

Due tonnellate. Ogni secondo. E poi mi vieni a parlare di riduzione dei consumi?

Quindi a un certo punto, fra qualche altro miliardo di anni, il sole esploderà (perché quando una stella finisce la benzina non si spegne, esplode) e quella sarà la fine della vita sulla Terra. Nessun appello. Evviva!

A questo il punto la nostra stella, dopo averci fatto questo scherzone, diventerà una piccola e fredda nana bianca e la Via Lattea (non) ne piangerà la scomparsa.

Adesso seguimi, perché la cosa si fa interessante.

Penseresti che la forza di gravità stia avvicinando tutte le stelle e le galassie fra di loro, quindi un bel giorno saremo tutti di nuovo vicini vicini per un nuovo Big Bang. In realtà gli studi hanno osservato che le stelle si stanno allontanando fra di loro sempre più velocemente.

Non solo: l’accelerazione che sta facendo allontanare le stelle sta diventando sempre più forte.

Questo significa che, a un certo punto, la terra sarà così distante da qualsiasi altra cosa che nel cielo non ci saranno stelle, solo buio. E visto che il sole non esiste più, non ci sarà nemmeno il giorno. Solo una fredda roccia che ruota intorno ad un’altra fredda roccia, e il nulla tutto intorno.

Ma nessun problema: l’essere umano sarà già estinto.

Guarda il cielo. Il sole è solo una palla di plasma e gas che brucia a milioni di gradi, la luna è un sasso che ci gira intorno, quei puntini in cielo sono altre palle incandescenti ad anni luce di distanza. E alcune di esse sono milioni di volte più grandi e cattive del nostro patetico sole.

E nel mezzo di questa storia, ci sei tu.

Su questo insignificante pianeta azzurro, che gira intorno ad una stella un po’ sfigata, in una galassia come tutte le altre.

Sei qui, ma “qui” inteso come una formica a Milano. La formica conduce la sua vita, può essere felice, può essere triste, può essere ricca o povera. Ma è una formica, e alla città non gliene frega niente.

I passanti non la  vedono, e se un tizio qualsiasi la calpesta a nessuno importerà. Milano non si fermerà a piangere la formica.

Tu sei quella formica, e l’universo è la tua Milano. A un certo punto una stella un po’ troppo vicina potrebbe decidere di diventare un buco nero, e tu verrai disintegrato atomo per atomo (letteralmente) in un microsecondo (letteralmente).

E tu ti preoccupi di aver preso un brutto voto a scuola?

All’universo, di te, non gliene frega niente

Non può, è troppo grande, ha altro a cui pensare. Tipo evitare che il buco nero al centro della Via Lattea risucchi tutte le 400 miliardi di stelle che lo circondano.

Se un Dio esiste, ed è una possibilità non da escludere del tutto, ha pure lui altro a cui pensare. Come quei 100 sestilioni di stelle che potrebbero avere dei pianeti, un’atmosfera, magari anche qualche gruppo di proteine più intelligente degli altri che ha imparato a sdoppiarsi (meglio conosciuti come alieni).

Ma non di te. Non dei sette miliardi di tuoi simili, e non di te.

Tu, il tuo gatto, Silvio Berlusconi e il sole avete una cosa in comune: avete una data di scadenza. E credimi, in termini relativi, è anche molto breve.

Nel caos che è l’universo, la tua mente potrebbe cercare di trovare una spiegazione, un filo logico. Dio, il Grande Spirito, l’Universo, la Forza. Non illuderti: non sei che un gruppo di proteine più complesso degli altri su questo pianeta. Uno dei pianeti di una delle cento sestillioni di stelle conosciute. Non un grande record.

Ma tu ti vuoi raccontare una bugia. Non vuoi pensare alla fine, vuoi crederti speciale come individuo, ti piace pensare di essere unico.

Nell’immensità dell’universo, vuoi vivere in una scatola. La scatola della società, quella società immutabile che non puoi cambiare. Non puoi fare un passo falso, perché un errore ti marchierà per sempre.

In un universo dove anche le stelle muoiono, la prima impressione che farai su quella ragazza durerà per sempre. Pensi che una cicatrice sia per sempre? Pensala in questi termini: sei formato da detriti spaziali sputati da una supernova, e prima o poi gli atomi che compongono il tuo corpo saranno il carburante di una nuova stella.

Quindi di cosa hai paura?

Tu sei qui. Adesso. Un giorno non ci sarai più. Un giorno il tuo pianeta, la tua stella, la tua galassia non ci saranno più. Fra 4 milardi di anni la Via Lattea si scontrerà con la galassia di Andromeda, e lì saranno “uccelli per diabetici” per tutti.

Se sapessi quanto poco tempo hai a disposizione in questo universo, non staresti a sprecarlo guardando ore di televisione. Non staresti a sprecarlo piangendoti addosso, buttando le tue giornate, dormendo più del necessario.

Prenderesti il tuo tempo e lo sfrutteresti al massimo.

Quando mi chiedono quanti anni ho, io faccio fatica a rispondere 23. Sono su questo pianeta da 23 anni.

Dieci anni fa guardavo quelli di dieci anni più vecchi come a degli uomini, dei “grandi”. Ora io sono un grande, e mi sento ancora un ragazzo.

Poi ho realizzato: se posso avere 23 anni ne posso avere 33, ne posso avere 43. Prima o poi sarò nella metà più vecchia della popolazione.

Pensa agli ultimi 5 anni

Pensa a com’eri cinque anni fa, a cosa è successo, a quante cose sono cambiate.

Io avevo 18 anni: stavo studiando per l’esame della patente, mi preparavo all’esame di stato, a breve mi sarei dovuto iscrivere all’università. Pensavo che avrei passato la mia vita in Italia e avevo la mezza idea di fare giurisprudenza.

Pensa a come passa velocemente il tempo. Erano cinque anni fa, ero una persona diversa. Lo eri anche tu. Ma questi cinque anni sono passati così veocemente che mi spavento.

Anche i prossimi cinque anni saranno così veloci. Tu come vuoi sfruttarli? Vuoi essere la stessa persona di adesso o vuoi tirare fuori gli zebedei e fare qualcosa di epico?

Mettiti nei panni del te stesso di cinque anni fa, e guardati come sei adesso. Impossibile, non posso essere io quello che si è laureato, ha perso 25 chili ed è andato a lavorare negli Stati Uniti. Io non riuscirò mai a fare tutto quello che ha fatto lui. Cavolo, ha pure trovato il tempo per aprire un blog fighissimo!

Fra cinque anni voglio ripetere l’esercizio e pensare le stesse cose. Voglio andare oltre i miei sogni più estremi e ottimistici, voglio fare qualcosa di straordinario.

Ma se stai seduto sul divano, gli anni passeranno velocemente uguale. Il tempo è una risorsa democratica.

Non puoi recuperare il tempo che perdi, non puoi premere Start e ricaricare l’ultimo salvataggio. Sei su un treno che non si ferma mai e va sempre solo in una direzione: se manchi la tua fermata, peccato. Il treno non tornerà indietro. L’hai persa per sempre.

Questo è il gioco del tempo. Ci sei dentro, ci stai giocando, non puoi uscirne. Puoi solo giocare.

Tutto quello che fai non è che un battito di ciglia nella storia dell’universo, se le cose vanno male il mondo non finirà. Tu alzerai le spalle e andrai avanti.

Quindila smettila di frignare e fai qualcosa di epico.

Fai qualcosa di epico

Non esiste nessuna forza nell’universo che ti lega a un destino. Tu sei quello che decidi di essere.

  • Vuoi essere uno scrittore? Inizia a scrivere;
  • Vuoi essere un astronauta? Iscriviti ad un’accademia militare;
  • Vuoi cambiare il mondo? Inizia a cambiare le coperte del tuo letto;
  • Vuoi essere uno qualsiasi? Continua a stare seduto a non fare niente.

Devi migliorare, devi fare di più, devi aumentare di livello.

Smettila di dire che vuoi essere una persona migliore, sii una persona migliore. Ti sei quello che decidi di essere (e di fare).

Se vuoi essere una persona fantastica, fai qualcosa di fantastico.

Nessun altro è responsabile per la tua felicità, per le tue azioni, per la tua vita. Nessun buon Dio ti darà la virtù unica ed esclusiva di essere il migliore. Lo Spirito Santo non ti darà l’illuminazione per cambiare la tua vita da un giorno all’altro. Se non ti dai una mossa, ti troverai con i primi capelli bianchi ancora ad aspettare un segno.

Esci dalla zona di comfort, inizia quel progetto, buttati. Fallirai, chissene. Sono cose che capitano. Io prima di far funzionare Mindcheats ho fatto fallire altri due siti.

L’universo è democratico, non favorisce nessuno. Non ci sono i fortunati o gli sfortunati, ci sono solo quelli che si impegnano e gli sfaticati. Quelli che rischiano e quelli che vivono nella mediocrità. Tu chi vuoi essere?

Smetti di aspettare che qualcuno ti dia quello che vuoi, che qualcuno ti faccia diventare quello che vuoi essere. Vai e prenditelo.

Liberamente tradotto da Johnny B. Truant