5 falsi miti sul cervello a cui tutti credono

Settimana scorsa ho visto una puntata di Mistero, una replica del programma su Italia 1. Parlavano del mio paese e del mostro che, secondo loro, si aggira nelle acque del Lago di Garda. Io che ci ho vissuto per una vita, non mi sembra di aver mai notato nessun mostro. Eppure, molta gente ci crede. Ci sono altre leggende che non hanno fondamenti scientifici, sono state smontate dagli esperimenti, eppure continuano a circolare. Sono così ben fatte anche tu probabilmente ci credi.

È perché ci vuole poco a fingersi degli esperti, far circolare una voce insensata e ridere quando tutti iniziano a crederci. Ci sono le persone serie che dimostrano sul campo la loro bravura: io non ti chiedo di comprare il Libro di Mindcheats senza prima aver letto altri miei articoli. Ma non tutti sono come me.

Nella sua bellezza, internet ha avuto un effetto collaterale: le false voci si sono sparse senza controllo. Su internet posso farti credere di essere un esperto, quando in realtà sono un ragazzino che vuole fare uno scherzo di cattivo gusto.

Anche le voci che giravano da sempre sono state amplificate. Condite con un po’ di finte statistiche e ricerche inesistenti, le classiche teorie del complotto sono risorte.

Alcune sono clamorose, come le storie sugli alieni. Altre sono più infide perché serve più di un occhio critico per trovare la verità, servono esperimenti e analisi degli esperti. Purtroppo, anche quando queste verità vengono divulgate, le credenze popolari riescono a fare più presa.

Fra queste, ecco cinque falsi miti a cui tutti credono.

1 – Per liberarti dalla rabbia devi sfogarti

Questo è un classico. Quando sei arrabbiato, devi “buttare fuori tutto”. Devi tirare pugni ai cuscini, fare un incontro di box. Ti farà sentire meglio. Se non ti sfoghi, finirai per esplodere.

A dire la verità, la American Psychological Association ha studiato questo fenomeno e ha scoperto che più esterni la tua rabbia, più ti arrabbierai in futuro.

Gli scatti d’ira sono accompagnati da forti scariche di adrenalina e dopamina, due ormoni che ti fanno sentire bene. Per questo dopo esserti arrabbiato ti senti meglio, è l’effetto della dopamina.

Dall’altra parte il cervello sviluppa dipendenza dalla dopamina molto velocemente: è una droga naturale. Visto che il cervello è sempre alla ricerca del piacere immediato, perderai il controllo più facilmente: ogni occasione è buona per stimolare di nuovo quell’inebriante senso di beatitudine che solo la dopamina ti può dare.

In più la rabbia è un sentimento che si auto-alimenta: più mostri la tua rabbia, più aumenterà di intensità. Quindi ti sentirai sì meglio per la dopamina, ma sarai più agitato di prima.

La cosa migliore che puoi fare quando sei arrabbiato è l’opposto: assumi una posizione rilassata, sorridi, respira profondamente, canticchia. Fai quello che faresti se fossi felice. Questo ti aiuterà perché il cervello cerca di rendere coerente il linguaggio del corpo con lo stato d’animo, se il corpo dice che sei felice la mente si adatterà.

2 – Chi segue la massa è uno stupido

È da anni che dico di non andare a votare. Da una parte, tutti i partiti sono fatti da pecoroni che seguono quello che dice il Grande Capo senza uno spirito critico, azzerano il loro cervello perché farsi comandare è più facile di crearsi un’idea propria. Dall’altra, vivo meglio senza dovermi incazzare regolarmente con il vicino di casa. Sai quante persone avrei allontanato per motivi politici?

Nonostante questo, non mi considero alternativo. Da una parte perché pare che alle prossime elezioni solo il 62% dei giovani andrà a votare (fonte), dall’altra perché so che la mia mente fa come tutte le altre menti umane: si uniforma alla massa.

Sì, sto parlando anche di te.

Ti piace pensare di essere diverso dalla massa, di essere unico, di non essere influenzato da nessuna idea? Grave errore.

Se stai per votare un partito alle elezioni, guarda su quale parte del programma elettorale non sei d’accorto. Ora guarda il partito rivale, cerca idee superiori a quelle del tuo partito. Se fossi una persona indipendente troveresti buone idee da tutte le parti, ma non è così. Tranquillo, sei solo umano.

L’uomo è fatto per vivere in società, questo significa che cerca dei compromessi: ti uniformerai alla massa, sempre.

La prova sta nell’esperimento di Asch.

Un volontario è stato messo in una stanza con altre persone, a tutti venne dato questo test:

esperimento aschIl candidato doveva dire quale delle tre linee A, B o C era di lunghezza uguale a quella di sinistra. Ti sembra facile?

Tutte le persone nella stanza erano complici che sapevano dell’esperimento, e a tutte era stato detto di dare la stessa risposta sbagliata. Dopo una serie di prove, il 32% dei volontari ha dato la risposta sbagliata.

Anche se è chiaro quale sia la risposta giusta, un terzo delle persone hanno messo da parte l’evidenza e hanno seguito la massa. Non erano soggetti predisposti, appartenenti a sette sataniche o cose così. Era gente normale.

Se questi sono i risultati in un test a risposta chiusa dove la verità è evidente, pensa a cosa può succedere quando la risposta non è così chiara. Dubiti della tua opinione quando tutti gli altri le trovano ridicola, pensi di essere simpatico se tutti ridono alle tue battute, ti vesti con lo stesso stile dei tuoi amici. Quello che fai e quello che credi è il risultato di ciò che il tuo gruppo sociale si aspetta da te.

“Ah, meno male che io sono un ribella anticonformista!”

Bravo, e qual è la prima cosa che fai? Vai a vedere cosa fanno gli altri ribelli anticonformisti e li imiti.

3 – I messaggi subliminali ti controllano

Negli anni ’70 erano i fotogrammi che apparivano per una frazione di secondo durante le trasmissioni, negli anni ’80 erano i messaggi satanici letti al contrario nelle canzoni rock, adesso sono i canali di informazione e le banche. Fino ad arrivare agli “esperti” di ipnosi, i finti psicologi e mentalisti, maghi e guru della crescita personale che hanno fatto cadere in disgrazia la materia.

In qualche forma, anche tu credi nei messaggi subliminali. Quella pubblicità, quel programma di parte, gli alieni. Le teorie del complotto vanno forte su internet, quando qualcuno dice che una multinazionale a caso ti sta controllando con i messaggi subliminali le condivisioni su Facebook sono assicurate.

Peccato che non funzioni. I messaggi letti al contrario non vengono interpretati dall’inconscio (fonte), lo studio che dimostra l’efficacia dei fotogrammi che controllano le tue abitudini si fonda su uno studio fasullo (fonte).

A parte le prove scientifiche, basta un po’ di buon senso: se qualcuno avesse veramente la chiave per accedere al cervello di tutti gli esseri umani, gli basterebbe divulgare un messaggio in TV per diventare il padrone del mondo. Mi guardo in giro, e questo non succede. Come la storia delle banche: se veramente dominassero il mondo, la crisi del 2008 non sarebbe esistita.

La teoria del complotto, i comportamenti controllati da un’entità esterna, sono una comoda scusa per fuggire dalla realtà: la tua vita, i tuoi successi, i tuoi fallimenti dipendono da te. Se non sei felice, la colpa è tua. Prenditi questa responsabilità, perché con la responsabilità viene anche il potere di poter far qualcosa per cambiare. Non sei felice? Fai qualcosa che ti renda felice. Migliora la tua vita.

Non sono gli alieni che ti hanno portato alla tua situazione attuale, non saranno gli alieni a fermarti. Vuoi la spiegazione completa del perché tu puoi diventare quello che vuoi? Leggi questo articolo.

4 – Gli alcolici uccidono i neuroni

Questa è una mezza verità. Un alto tasso di alcol nel corpo produce una concentrazione di tossine abbastanza elevata da uccidere alcuni neuroni. Il problema è la quantità: serve una percentuale di alcol così alta nel sangue che finiresti come minimo in coma etilico. Gli effetti a lungo termine sul fegato sono un’altra cosa, ma lo 0.3% di alcol nel sangue (altrimenti detto sbronza epica) è ben lontano dal 70% di concentrazione capace di uccidere quasi qualsiasi cosa.

Questo studio invece ci dice che chi beve da “poco” a “moderatamente” vive più a lungo. Non è detto però che la correlazione sia diretta: l’alcol è un mezzo per facilitare le relazioni sociali, ed è scientificamente provato che chi vive senza amici lascia questo mondo più in fretta degli altri (fonte). Consiglio: trova amici. Se se timido, leggi qui.

Un altro studio (link) ha messo invece a confronto un gruppo di bevitori pesanti con uno di astemi: il numero e la densità dei neuroni è la stessa. Quello che l’alcol fa è inibire temporaneamente la capacità che i neuroni hanno di comunicare fra di loro a tutti i livelli: ha effetti negativi sulle abilità motorie, capacità di giudizio, creatività, linguaggio e tutto il resto. Ma una volta che il fegato ha fatto il suo lavoro, non ci sono danni permanenti.

E se prendi questo articolo come un invito a bere in quantità, ti tiro un calcio nel sedere. Perché invece non usi il tuo tempo per fare qualcosa di utile per il tuo futuro? Ad esempio, imparare l’inglese.

5 – Usi solo il 20% del cervello

Questo mito non solo è una barzelletta per i neurologi di tutto il mondo, ma è impossibile anche solo risalirne all’origine: una tesi è che viene da un’interpretazione sbagliata della frase di William James, psicologo: “stiamo usando solo una piccola parte delle potenzialità del nostro cervello.” Più probabilmente si stava riferendo a cose come questa.

Il cervello è il 3% del peso corporeo, ma assorbe il 20% dell’energia. L’essere umano si è evoluto per conservare più energia possibile, secondo te si concede questo spreco per niente? La risonanza magnetica ha dimostrato che anche i compiti più semplici richiedono di attivare diverse parti del cervello, che in totale vanno oltre il 20%.

Quello che è vero è che non tutti i neuroni si attivano allo stesso tempo, ma durante l’arco della giornata. Varie aree hanno compiti specifici e vengono accese solo quando servono, altrimenti c’è uno spreco di energia. Ma anche i gesti più semplici richiedono l’attivazione della maggior parte del cervello in pochi secondi.

E tu che vuoi fare, lasciare i tuoi amici nell’ignoranza? Condividi l’articolo su Facebook. 😛