Perché licenziarti potrebbe essere la decisione migliore della tua vita

“Lavorando diligentemente otto ore al giorno potresti diventare tu il capo, e lavorare dodici ore al giorno.”

– Robert Frost

Se hai scaricato il manuale per scrivere un curriculum ipnotico, sai che sto ultimando quello che diventerà il miglior manuale in Italia per trovare lavoro.

Dopo quasi un anno di fatica, avevo fissato febbraio per la pubblicazione. Ma ritarderò a marzo perché ho deciso di andare a lavorare volontario in una fattoria per un mese.

Mentre mezza Italia è ossessionata dalla ricerca di un lavoro e l’altra metà si dispera perché odia il suo lavoro, io ho scelto di andarmene e non lavorare. Perché?

E me lo chiedi pure?
E me lo chiedi pure?

Tu sei il tuo lavoro (fino a un certo punto)

Tu cosa fai nella vita?

Chiedilo a qualcuno. Cosa ti risponderà?

Ti dirà io faccio l’avvocato, il ragioniere, studio economia, faccio l’ITIS. Ti dirà il suo lavoro. Inconsciamente, pensa che il lavoro sia la sua vita. Ancora peggio dire io sono un avvocato: tutta la tua esistenza è definita dalla professione che eserciti.

Vuoi che la tua vita si riduca al lavoro? Non hai altre ambizioni? Non vuoi essere definito per i tuoi successi, le tue ambizioni e le tue passioni?

Quando qualcuno mi chiede cosa faccio nella vita, io rispondo che viaggio e provo cose nuove.

“Ma quindi non hai un lavoro?” mi chiedono.

Sì che ce l’ho un lavoro, ma tu mi hai chiesto cosa faccio nella vita.

La società ti ha condizionato a pensare che devi studiare, trovare un lavoro, chiuderti in ufficio per tutta la vita e lasciarlo quando sei troppo vecchio per goderti il mondo. Una persona “rispettabile” rinuncia a divertirsi, a esplorare, rinuncia ai suoi sogni.

Deve essere per forza così?

Non fraintendermi, lavorare è importante: se pensi di poter vivere una vita senza impegni, sei nel Paese dei balocchi. Ma il lavoro non è tutto.

Quando licenziarti è la scelta giusta?

Da una parte, devi renderti conto che per sopravvivere nel mondo moderno devi pensare alla tua professione: specializzarti, studiare, porre le basi di una carriera. Ne parlo nel mio manuale.

Dall’altra, non cadere nell’errata convinzione che il lavoro deve inghiottire tutta la tua vita. Il lavoro non è un fine, ma lo strumento per raggiungere la felicità. Trova un lavoro che ti piace, che ti dia soddisfazioni, e che non uccida i tuoi sogni.

Pochi mesi fa mi è stato offerto un lavoro da 45.000 euro l’anno più rimborso spese e telefono aziendale: l’ho rifiutato perché non mi avrebbe permesso di viaggiare e godermi la vita.

Chi trova soddisfazione nel lavoro cerca di dare significato a una vita vuota: non hanno altro a cui ambire, se non la carriera. Provano ad auto-convincersi di essere persone di successo guardando il loro stipendio mensile crescere di promozione in promozione.

Ma non è quella la vera felicità, la vera felicità viene da dentro. Dal sapere che ti stai godendo la vita, dal fare quello che ti piace. Cercare la felicità facendo quello che non ti piace fare (lavorare) è un controsenso.

Licenziarti è la scelta giusta quando non hai sogni al di fuori del lavoro. Quando la carriera diventa il fine ultimo della tua vita, quando non hai più tempo ed energie da dedicare ai tuoi obiettivi. Allora dovresti iniziare a pensare: forse è meglio che mi cerchi un altro lavoro.

Perché la felicità non è un lavoro a tempo indeterminato con quattordicesima e ferie pagate, quello è ciò che devi fare per vivere. La felicità la trovi facendo quello che ami. Se questo significa rinunciare a un lavoro prestigioso, ben venga. Non credere nella triste bugia che il lavoro sia l’unica fonte di soddisfazione: la vera felicità è altrove. Cerca un’occupazione che ti permetta di raggiungere i tuoi obiettivi, non ti serve nulla di più.

P.S. Se sei curioso o vuoi venirmi a trovare, sto lavorando a Sleddog Athabaska.