Come ho sconfitto il jet lag al primo round

Qualche settimana fa mi sono trasferito negli Stati Unti a lavorare.

Fra le varie novità che mi sono trovato di fronte durante questi giorni, c’è quella del jet lag. Ho già parlato più volte dell’importanza di una buon notte di sonno e di come sia importante regolare il proprio ritmo circadiano.

La mente si è abituata nel corso dell’evoluzione per seguire il ritmo del sole: dormire quando c’è buio, stare svegli quando c’è chiaro. Per questo non è il caso di svegliarsi a mezzogiorno, o ti sentirai stanco fino a sera.

Ma cosa succede quando la giornata si allunga di 6 ore? Molti sperimentano il jet lag per i primi giorni, durante i quali il corpo ancora non si è abituato ai nuovi orari.

Io avevo le stesse preoccupazioni prima di andarmene, quindi ho creato un piano per non incappare nello stesso problema.

Dopotutto ho scritto il manuale del riposo perfetto giusto? Quindi dovrei essere in grado di farcela!

Con mia grande felicità, la strategia ha funzionato. Niente jet lag, e fin dal primo giorno energia al massimo. Quindi se anche tu hai in mente un viaggio che ti porterà in un nuovo fuso orario, questo articolo ti piacerà!

Qui racconterò la mia esperienza. Non dico che sia la migliore, solo che per me a funzionato. Come sempre, non do certezze visto che non è uno studio scientifico. 😉

La sera precedente

La preparazione per il match contro il jet lag inizia il giorno prima, quando si deve decidere quanto e quando dormire.

Quello che ho fatto io è stato quello che faccio per tutti viaggi: non si dorme la notte prima. Sia per festeggiare (e un anno in America è qualcosa che va festeggiato), sia per dormire in aereo.

Fatto interessante: gli aerei viaggano con una pressione inferiore, e questo rende più semplice addormentarsi.

I viaggi in aereo diventano noiosi molto in fretta, quando ci si fa l’abitudine. Io durante l’ultimo anno e mezzo ho viaggiato tanto, e ormai volare non è più questa grande notizia per me.

Quello che preferisco fare è dormire con un po’ di buona musica sull’MP3. Quindi ho evitato accuratamente il letto. A dire la verità ho riposato un’ora e mezza visto stavo proprio crollado dal sonno, ma solo perché avevo dormito poco già i giorni precedenti.

All’alba si raggiunge l’aereoporto, si fa check in, e ci si prepara a dormire.

Il viaggio

I miei piani erano di dormire per qualche ora durante la travrsata dell’atlantico, ma non è andata esattamente come mi aspettavo.

Fra decollo, pasti, scalo a New York, chiaccherate con i compagni di viaggio ed eccitazione, ho chiuso gli occhi per un’ora e mezza circa. Poi non sono più riuscito a dormire per tutte le altre 12 ore del viaggio.

Ma come mi sono accorto in seguito, questo non è stato un fatto negativo.

Visto che durante la traversata avevo dormito poco, non ho avuto difficoltà ad addormentarmi nella mia prima sera negli Stati Uniti. Il risveglio è stato un po’ traumatico, ma immagino quello sia dovuto al fatto che ho dormito solo 6 ore!

Ora sono passate un paio di settimane, e posso dire con certezza che il jet lag non l’ho sentito. Da qui mi sono fatto una teoria sul perché, e ho elaborato alcuni consigli per chi si troverà nella mia stessa situazione.

Come evitare il jet lag

Andando in Florida, bisogna tirare indietro l’orologio di sei ore. Mentre scrivo queste righe sono le 15:30, mentre in Italia sono le 21:30. Ci sono due categorie di persone quando si parla di viaggi intercontinentali di questo tipo:

  • Chi dorme durante tutto il viaggio, e quando arriva la prima notte americana non ha proprio sonno e non si addormenta;
  • Chi non dorme per niente, accumula ore di sonno e sfasa l’orologio biologico.

Quello che invece ho capito, è che bisogna dormire ma non troppo. Con due ore si riescono a ricaricare le batterie della mente quanto basta per arrivare alla notte posticipata, ma allo stesso tempo si sarà ancora abbastanza stanchi per non fare la notte insonne.

In altre parole, è come fare una specie di sonno polifasico. Invece di adattarsi al nuovo fuso orario con il sonno monofasico, si fa un passaggio graduale che prevede un breve riposino lungo quanto basta.

Un errore che ho fatto io, mi sono accorto, è stato quello di non dormire abbastanza la prima notte. I primi giorni dopo il viaggio sono delicati, perché il ritmo circadiano è sballato.

Per questo non consiglio di sforzare troppo la mente nel periodo iniziale. Passato il primo periodo di assestamento, andrà tutto liscio.

Io non ho sperimentato grossa sonnolenza di giorno o insonnia di notte, quindi posso ritenere questo metodo funzionante.

Se anche tu sei stato in America (o da qualsiasi altra pate del mondo) e vuoi raccontare la tua esperienza con il jet lag, scrivi liberamente un commento! 🙂

P.S. Ci rivediamo fra un anno, con un articolo su come sopravvivere al jet lag “al contrario” (dall’America all’Italia).

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