Perché dormiamo?

Sul sonno e soprattutto sui sogni ne ho sentite veramente di tutti i colori: giocare i numeri al lotto, parlare con i morti, far uscire la propria anima dal corpo e così via. Okay, per quanto le esperienze extracorporee possono avere un fondo di verità, è difficile trovare su internet una fonte sicura e affidabile che descriva con precisione cosa sia il sonno, perché esiste e quali siano le sue funzioni.

In questo articolo voglio riempire questo buco e spiegare in dettaglio gli aspetti scientifici del sonno. No, oggi non si vice al lotto. 😉

L’origine e l’evoluzione del sonno

Prima di conoscere il presente, tuffiamoci per un attimo nel passato e andiamo a vedere perché quasi tutti gli animali del mondo devono dormire (fonte). Dopotutto se la selezione naturale non ha eliminato questo aspetto della vita quotidiana un motivo deve esserci, giusto? Ci sono diversi passi che hanno portato, nell’evoluzione, al successo del sonno. Vediamoli un po’…

  1. Molto probabilmente, il sonno ha origine dal fatto che giorno e notte richiedono strategie di sopravvivenza differenti. Ciò è dovuto alla diversa temperatura (aspetto fondamentale soprattutto per gli animali a sangue freddo) e alla luminosità che cambia la visibilità dei pericoli.
  2. Studi recenti hanno evidenziato che i sistemi nervosi più complessi, come il cervello animale ed umano, funzionano meglio se hanno del tempo dedicato alla rielaborazione e archiviazione degli stimoli; delle operazioni di manutenzione, insomma. Queste operazioni si possono dividere in due categorie: la prima riguarda le single cellule, la seconda prende in esame l’intero encefalo e si occupa del trasferimento dei dati.
  3. La manutenzione di cui sopra abbassa drasticamente i livelli di attenzione. Il cervello ha una capacità di elaborazione limitata, e se è impegnato nella manutenzione non può dedicarsi al 100% ad altri compiti. Hai mai provato ad usare il tuo computer mentre stai facendo una deframmentazione del disco? Anche le operazioni più semplici richiedono un sacco di tempo per essere completate: stesso discorso per il cervello. Per fare un esempio, l’archiviazione della memoria a lungo termine richiede che le informazioni già immagazzinate vengano più volte spostate da una parte all’altra della corteccia.
  4. Va da sé, eseguire queste operazioni in pieno giorno non è il massimo per la sopravvivenza: l’attacco di un predatore potrebbe verificarsi in qualsiasi momento quando si è allo scoperto, e difendersi richiede di mantenere sempre la massima attenzione. Per questo l’evoluzione si è adattata a posticipare la fase di manutenzione a quando i rischi per la vita dell’organismo sono al minimo, in modo da potersi dedicare all’attività quotidiana al meglio della condizione.
  5. Ma prima o poi queste operazioni di manutenzione dovranno essere eseguite, non possono essere rimandate per sempre. Questa fase avviene durante il sonno, periodo nel quale il cervello prende tutte le informazioni che aveva messo da parte durante il giorno e le rielabora prima di iniziare una nuova giornata. Questo viene fatto, come detto prima, solo quando ci sono le necessarie condizioni di sicurezza.

Mettendo insieme tutte queste ragioni, si arriva a capire come mai il cervello ha deciso di dividere in due la giornata. Le attività di veglia e di sonno (manutenzione) si sono adattate al ciclo di 24 ore per ridurre al minimo i rischi.

Viste le nette differenze fra dì e notte, è naturale che gli organismi si siano specializzati per sfruttare una per l’attività e una per il riposo. Naturalmente non è detto che la notte equivalga al riposo per tutti: gli animali notturni invertono le due fasi, ma le hanno comunque entrambe.

Perché ci serve dormire?

Bene, adesso veniamo alla parte veramente succosa dell’articolo! Ora che sappiamo quali sono le ragioni evolutive alla base del sonno, passiamo alla seconda domanda: cosa succede durante questa fase che ci è così indispensabile per la vita?

Apparentemente, sembra non esserci nessuna ragione logica sul perché ci si debba per forza addormentare. Tuttavia il sonno esiste su questo pianeta da ben prima della comparsa dell’essere umano, ciò significa che il regno animale ha avuto un bel po’ di tempo per ottimizzare e massimizzare l’utilità di questa fase: i benefici sono quindi più di uno.

A livello cellulare, le ultime ricerche sembrano suggerire che durante il riposo i neuroni si liberino dei radicali liberi in eccesso e riparino i tessuti danneggiati.

Nel cervello in sé, ci sono diverse utilità (alcune provate, altre solo ipotizzate – fonte):

  • Sistemare i livelli chimici e biochimici del cervello, eliminando i composti in eccesso e integrando quelli scarsi;
  • Ricreare le sinapsi celebrali mancanti e migliorare quelle esistenti secondo necessità, ovvero le operazioni necessarie per una memorizzazione efficace;
  • Passare le informazioni più importanti dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine;
  • Vari trasferimenti di informazioni da una parte all’altra della corteccia.

Conclusioni

La conclusione può apparire scontata, ma lo dico lo stesso: dormire aiuta a memorizzare le informazioni, migliora l’efficienza del cervello e ci prepara ad affrontare il nuovo giorno nel modo migliore.

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