Come alzare la soglia del dolore

Io odio il dolore. Ci sono un sacco di cose che posso sopportare, ma il dolore fisico non è una di queste. Sopporto la fame, sopporto la stanchezza, sopporto addirittura i testimoni di Geova (beh, quasi 😀 ), tuttavia quando qualche parte del mio corpo mi fa male cerco disperatamente qualche rimedio per tirare avanti.

Non è un caso se il primissimo articolo di Mindcheats, datato ormai maggio 2010, parla proprio di come ridurre il mal di testa.

All’epoca ho parlato di un metodo attivo per controllare il dolore: tecniche per stare meglio quando sorge il problema. Oggi invece voglio parlarti di un metodo passivo: come alzare la soglia del dolore. Ossia il livello al quale uno stimolo diventa doloroso.

soglia del dolore

Un po’ di teoria

Cosa significa? Per spiegare il concetto, limitiamoci a parlare degli stimoli tattili (che sono la forma più frequente di dolore). Ogni volta che un’energia (che può essere un’energia meccanica come un pugno, o un’energia termica come un piatto rovente) viene a contatto con la pelle, vengono inviati dei segnali al cervello tramite neurotrasmettitori sotto forma di stimoli elettrici. Più aumenta l’energia con la quale entriamo a contatto, e più aumenta lo stimolo elettrico. Non è detto che questo stimolo sia doloroso: sentire la brezza mattutina sulla pelle, oppure una carezza, è uno stimolo.

Fai un breve esperimento: chiudi gli occhi, e concentrati sul tuo corpo. Cosa riesci a sentire? Puoi sentirti i vestiti addosso, puoi sentire la sedia sotto di te. A bassi livelli, questi stimoli sono indispensabili per dare al cervello una percezione dell’ambiente circostante. Pensa a quando dormi in una brutta posizione e ti si “informicola” la mano, ne perdi la sensibilità per qualche minuto (io dico informicolare, non so se fuori da Brescia si usa o no 🙂 ). Non è una bruttissima sensazione?

Ora, quando l’energia aumenta, aumenta anche lo stimolo elettrico associato. Pensa ad una carezza, che corrisponde ad un contatto appena accennato (bassa energia): la senti appena. Quando la carezza diventa un buffetto amichevole lo senti già di più, ma non è ancora doloroso. Se ricevi un ceffone alla Bud Spencer, invece, ti sfido a non sentire dolore! Lo stimolo è esattamente lo stesso, l’unica cosa che cambia è l’intensità.

Quindi, riassumendo: la soglia del dolore è quel livello di intensità dello stimolo che divide il doloroso dal non doloroso.

Come sentire meno dolore

Fine della parte teorica! Ora passiamo alla parte importante: come alzare la soglia del dolore. Perché è importante? Con una soglia del dolore più alta, avrai una tolleranza più alta agli stimoli. Non te lo auguro, ma questa abilità ti tornerà sicuramente utile in futuro. A meno che tu non sia una persona che non sente dolore (e non è tutto rose e fiori come potresti pensare).

Non ti tengo sulle spine: per alzare la soglia del dolore, devi dormire di più.

Il primo esperimento è stato svolto nell’università di Toronto, in Canada, inizialmente su dei topi. È stata testata la loro resistenza immergendo la coda in acqua a temperatura sempre crescente: è stato osservato che i topi più stanchi e che dormivano di meno avevano una resistenza nettamente inferiore.

L’esperimento è stato ripetuto su alcuni volontari, divisi in tre categorie: una la notte prima ha beneficiato di un riposo di 8 ore, la seconda di 4 ore, la terza di 8 ore ma con frequenti interruzioni del sonno durante la fase REM.
Per l’esperimento, è stato chiesto loro di tenere la mano su una superficie che si riscaldava poco a poco, finché non avessero sentito dolore. Quali sono stati i risultati?

  • I soggetti che avevano dormito la metà toglievano il dito il 25% del tempo prima dei colleghi con 8 ore di sonno. Quindi, se in media chi dorme bene sente dolore dopo 1 minuto, chi riposa per sole 4 ore resiste 45 secondi;
  • Le persone che avevano dormito 8 ore, ma disturbate durante la fase REM, facevano ancora peggio: il 32% del tempo in meno.

Questo ci dimostra, ancora una volta, la grandissima importanza della fase REM quando si dorme: è dai tempi del sonno polifasico che lo sostengo! 😉 Visto che il sonno di tipo REM si concentra prevalentemente durante la seconda fase del riposo, chi va a dormire tardi e si alza presto risentirà  molto della privazione del sonno.

Questa differenza del 25% è ampia, ma difficile da osservare a occhio nudo. Il cervello umano si adatta alle condizioni dell’ambiente circostante, adeguandosi agli stimoli. Se la tua soglia del dolore è bassa, la tua mente lo considererà normale. Se la alzi anche di tanto, per il cervello si tratterà sempre delle normalità.

Ma anche se non riesci a rilevare il cambiamento, la qualità della tua vita aumenta. A tutti capita di cadere male e picchiare un ginocchio, oppure prendere quel dannatissimo spigolo dell’armadio a piedi nudi. In queste situazioni, anche se non lo noti, proverai meno dolore.

La cosa si fa assolutamente fondamentale, invece, quando si ha un dolore cronico anche temporaneo. Che può essere l’estrazione di un dente (che brutti ricordi), così come il decorso post-operatorio di un paziente.

La tua opinione

Qual è il tuo rapporto con il dolore? Credi di riuscire a sopportarlo bene oppure no? Dì la tua nei commenti! 🙂

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