Come essere unico nell’era della globalizzazione: 3 idee alternative

A cinque minuti da casa mia c’è un piccolo bar, stile pub inglese, con ottima musica e brave gente. Quando esco la sera, la metà delle volte sono lì. Entro, stringo la mano al proprietario, saluto il personale per nome e mi siedo al tavolo. Arriva Elvis, tutto tatuato, che ci chiede cosa vogliamo. Non nascondo una certa soddisfazione quando gli dico:

“Il solito”

E lui torna con una Paulaner St. Thomas, una birra straordinaria.

Una volta la vita si svolgeva nel paese o, per le città più grandi, nel quartiere. Le facce erano sempre le stesse, i posti di ritrovo non cambiavano, tutti conoscevano tutti. “Il solito” era il drink più diffuso.

Adesso siamo nella globalizzazione, l’era dei bisogni creati dalla pubblicità, l’era delle persone fatte con lo stampino. La scuola ti condiziona, ti inculca l’idea che devi uniformarti. Devi studiare, devi laurearti, devi inviare curriculum, trova un lavoro fisso in una grande azienda, aspetta la pensione. Sopprimi i tuoi sogni perché la stabilità è tutto, uniformati perché essere diverso è un male.

Non hai mai pensato che forse c’è una via alternativa? Che puoi scappare da questa prigione grigia e crearti la vita che ti piace? Ecco 3 idee alternative su cui ti consiglio di riflettere prima di diventare un grigio impiegato di banca.

1 – Il mondo è grande, tanto grande

Relativamente.
Relativamente.

E quando pensi che sia grande abbastanza, rilassati: c’è ancora tanto da scoprire.

Nei commenti dei miei articoli leggo un tema ricorrente: non si può fare, sono diverso, le cose non stanno così. Pensano che la via normale sia l’unica via, che ci sia una sola soluzione ai problemi; e se quella soluzione non calza con la tua situazione, ti attacchi. È un errore logico pensare che tutto il mondo la pensi come te, è un errore anche solo credere che ci sia qualcosa di cui sono tutti convinti. Prendi qualsiasi certezza su questo pianeta, esiste qualcuno che la confuta. C’è gente che non fa vaccinare i figli perché pensa che i vaccini causino l’autismo, per dire.

L’unica certezza è che non esistono certezze. Il mondo è troppo grande per avere la presunzione di conoscere ogni suo aspetto, le persone sono troppo diverse per identificare qualcosa che fanno tutti. Come si traduce questo nella vita di tutti i giorni?

Qualsiasi cosa tu voglia fare, c’è chi ti sosterrà (e che l’ha già fatto).

  • Vuoi mollare tutto e andare a vivere in Togo? Esiste una comunità italiana.
  • Vuoi seguire la tua vena artistica e farti uno stipendio vendendo i tuoi disegni su internet? Conosco di persona chi l’ha fatto.
  • Vuoi percorrere la costa orientale degli Stati Uniti a piedi, per un totale di 3.500 chilometri in 2 mesi e mezzo? Esistono libri che ne parlano.

Sento generalizzazioni del tipo:

  • In questa economia è impossibile trovare lavoro.
  • Non riuscirò mai a perdere penso nella mia situazione.
  • Mi piacerebbe cambiare la cose, ma è impossibile.

Sbagli. Stai proiettando le tue credenze sul mondo, stai ignorando tutto quello che va oltre il tuo naso. Sii te stesso e fai quello che ti piace, senza seguire i canoni della normalità. Il normale, il buon senso, non è altro che una serie di convinzioni condivise fra le persone. Ma le persone sbagliano. Gli altri sono come te, non sono infallibili. Per questo non devi adeguarti a quello che la massa pensa sia la strada giusta, perché una strada giusta universale non esiste. Esiste solo quello che ti piace fare e quello che non ti piace fare. Le opinioni su come dovresti comportarti per essere una persona a modo lasciale agli altri.

Esplora il mondo e trova le opportunità, oppure createle da solo. Non farti limitare da quello che gli altri pensano, né da come tu pensi sia la realtà. Perché il mondo è grande e le opportunità infinite.

Puoi creare il tuo stile unico e uscire dal grigiore dell’uniformità seguendo quello che ti piace fare, anche quando gli altri ti dicono che è impossibile o non è la strada giusta. Anzi, se gli altri sono contrari, prendilo come un segnale positivo: significa che sei sulla strada giusta.

2 – Metti in dubbio ogni cosa

Ottima scusa a scuola.
Ottima scusa a scuola.

Sembra scontato, ma non puoi essere unico quando non metti in dubbio quello che pensano gli altri. Un’idea condivisa non è per forza giusta, altrimenti il nazismo sarebbe una delle correnti politiche migliori di sempre. Ora prendi questo consiglio e comincia a metterlo in pratica: quando fai qualcosa, quando prendi una decisione, chiediti se lo fai perché ti rende felice o perché pensi sia quello che si aspetta da te la società.

Poi chiediti se essere uno dei tanti, un conforme, è un obiettivo così nobile da preferirlo alla tua realizzazione personale. Essere una delle tante pecore bloccherà ogni tentativo di crescita personale, perché le persone non vogliono raggiungere il loro massimo potenziale.

In molti scelgono di rimanere nella mediocrità.

Migliorare è faticoso e rischioso per le tue credenze, perché dovrai fallire e venire a contatto con la realtà: non sei perfetto. Questo a molte persone non va giù, quindi si mettono i paraocchi per non dover affrontare la verità.

La società è questo che si aspetta da te: vuole che tu metta i paraocchi, che resti nella mediocrità, che condividi un modo di pensare che predilige la sicurezza alla felicità. Chi la pensa in modo diverso, chi vuole rischiare per raggiungere i suoi obiettivi, è quello strano che viene visto male.

Ma sotto sotto, è solo gelosia.

Fai questo test: chiedi a un amico cosa lo renderebbe l’uomo più felice del mondo in questo momento. Poi chiedigli perché non lo sta facendo.

Eh ma c’è crisi, eh ma non posso, eh ma devo fare questo e quello, eh ma devo pensare al mio futuro. Fatti tu stesso questa domanda e sii sincero nella risposta.

Il mondo è troppo grande per non darti l’opportunità di superare qualsiasi ostacolo.

Fregatene del futuro, vivi adesso. Lo sto dicendo a te come lo sto dicendo a me, perché io stesso penso troppo al futuro e troppo poco al presente. Ma sto migliorando, e ogni passo che faccio va verso la felicità. Non è un percorso semplice, liberarsi dalla paura del futuro e del giudizio degli altri, ma è l’unica strada verso l’unicità.

3 – E sticazzi?

Per l'appunto.
Per l’appunto.

La migliore risposta a buona parte dei problemi del mondo: “e sticazzi?”

Parlare dei problemi non ti aiuterà a risolverli, trovare una soluzione invece sì.

Quando la gente si fa tanto bella a parlare della fame nel terzo mondo, delle guerre civili in Africa, della gente che non arriva a fine mese, la mia risposta è sempre: e sticazzi? E qui piovono le critiche dei buonisti che si riempiono la bocca di parole inutili. Insensibile! Come osi! Sei un mostro!

Poi chiedo loro: negli ultimi 60 giorni, cos’hai fatto per risolvere questi problemi di cui parli?

Tutti zitti.

A me non me ne frega niente dei problemi, perché ho programmato la mia mente per cercare le soluzioni. Invece che sprecare tempo ed energie a parlare al bar delle carestie in Somalia, penso a cosa posso fare nel mio piccolo per dare una mano. E poi lo faccio.

Potersi lamentare è un lusso. Se non avessi cibo da mangiare, un tetto sotto cui dormire e vestiti per coprirti d’inverno, non avresti tempo e forze per lamentarti dei bambini in Africa. Già questo significa che vivi in un’epoca storica in cui il benessere è diffuso. E visto che trovare soluzioni è più difficile che lamentarsi, tutti fanno la seconda perché se lo possono permettere.

La più grande differenza fra gli esseri umani compare quando cercano soluzioni creative a problemi immediati. O in altre parole: i problemi sono gli stessi per tutti, ma le soluzioni no. La vita non è un’equazione matematica, dove un problema ha una sola soluzione. Nel mondo, un problema, di soluzioni può averne mille. Sta a te trovare quella che ti rende più felice basandoti sui tuoi principi e i tuoi obiettivi (che puoi trovare con il manuale anti-confusione).

Concentrarti sui problemi ti porta a ingigantirli, a credere che siano irrisolvibili. Ti dà la sensazione di non poterci fare niente, ti arrendi al mondo e ti deprimi. Prova per una volta a pensare alle soluzioni. Se hai la mentalità frignona del 90% delle persone, non ti verrà facile all’inizio. Il tuo inconscio resiste al cambiamento perché lamentarsi è più facile che trovare soluzioni, pensare che non c’è niente da fare implica che il problema sono gli altri, non tu.

Quando cambi mentalità e inizi a cercare soluzioni, implichi che il problema è interno: se una soluzione c’è, allora il problema sono io che non l’ho ancora trovata. E questo all’inconscio non piace. Ma se vuoi entrare nel 10% e distinguerti dalla massa, non hai altra scelta.

Ricordati che trovare una soluzione significa pensare con la tua testa, non scorrere velocemente le opzioni più banali e scartarle sommariamente per problemi inesistenti. La creatività è quella che ti distingue da un Bonobo, usala. Finché campi, ricordati questo mantra:

Se non ho trovato una soluzione, è perché non ho usato abbastanza creatività.