6 domande scomode per fare il punto sulla tua vita

È quasi capodanno, nel 2013 rimane solo un articolo di Mindcheats oltre a questo (perché noi tutti contiamo il tempo in base agli articoli del blog). Che ne dici, facciamo un po’ il punto della tua vita?

Fermati un attimo a pensare, rispondi sinceramente a queste cinque domande che ti faranno capire se stai veramente vivendo una vita come si deve, oppure ti stai trascinando giorno dopo giorno senza un obiettivo preciso. Sono domande scomode, ma ti aiuteranno a capire dove migliorare.

1 – Sto facendo qualcosa che verrà ricordato?

Un esempio a caso (e facilmente raggiungibile).
Un esempio a caso (e facilmente raggiungibile).

Alla fine tutti diventiamo vecchi,  alla fine tutti moriremo. Giusto per iniziare con una botta d’allegria.

In quei momenti, guarderai indietro e ti chiederai se quello che hai fatto nella vita ha avuto un significato. Se hai lasciato un segno nel mondo, se verrai ricordato per qualcosa.

In quel momento non te ne frega più niente. Puoi chiamare il tuo capo e mandarlo a cagare, se non è trapassato prima di te. Tanto cosa può farti? Ammetti a te stesso i tuoi errori, le opportunità sprecate, quello che avresti potuto fare per avere una  vita significativa.

Ma non pensiamo a cosa farai fra novant’anni. Pensiamo a ora, questo momento: cosa stai facendo per rendere ogni giorno memorabile? Ti mantieni nella mediocrità, o cerchi di fare qualcosa per costruire, mattone su mattone, qualcosa di epico? Stai mantenendo i motori al minimo perché non hai voglia di impegnarti in qualcosa che valga la pena fare?

Dai, sii sincero con te stesso, ammetti che è questa la causa del tuo malessere. L’inconscio sa che ti manca qualcosa nella vita, ma non vuole ammettere che la colpa è tua.

Per questo pensi che non sia il momento adatto per cambiare aria, aspetti e ti prometti che farai qualcosa quando l’occasione si presenterà. Sai che sei in grado di fare cose straordinarie, ma sei sfortunato e hai già questo e quello.

Ma indovina: l’occasione non arriverà mai, devi creartela tu. Se non ti aggrappi a ogni opportunità, non combinerai granché. Se aspetti la fata turchina, ancora meno.

Da qui la prossima domanda.

2 – Sto sfruttando ogni giorno della mia vita?

Una tranquilla  gita di famiglia.
Una tranquilla gita di famiglia.

E il suo corollario: sto veramente facendo quello che mi piace fare?

Il tempo è più veloce, giuro. Fino ai 18 anni non scorreva mai, poi puf! Inizi a macinare anni che nemmeno te ne accorgi. E cos’è successo? Fa quasi paura.

Quindi mi sono detto: basta, d’ora in poi, ogni giorno della mia vita non passerà invano. E ho scoperto che se fai poco ogni giorno, a fine anno ti guarderai indietro e ti renderai conto che hai fatto qualcosa di straordinario.

Il segreto è di fare piccoli passi: non pensare alla grande rivoluzione che puoi fare fra un anno, ma alla singola, piccola azione pratica che puoi intraprendere adesso. Un anno è distante, un anno non conta. Tu sei vivo oggi. Inizia a costruirtela adesso, la tua grande rivoluzione, poi si vedrà. Non è mai troppo presto.

Una volta che hai imparato a metterti in moto e cominci ad apprezzare il concetto di migliorare ogni giorno, puoi passare al passo successivo: avere un piano a lungo termine sul quale lavori con costanza. E ti accorgerai che per quanto grande sia il tuo obiettivo, potrai raggiungerlo con meno sforzo di quello che credi. Io lo so, io l’ho fatto: i miei grandi piani richiedono sempre meno sforzi di quello che credevo all’inizio.

E ti dirai: quanto sono stato stupido a credere che il mio sogno fosse irrealizzabile, in realtà è a un tiro di schioppo. Ma se non inizi a fare piccoli passi quotidiani, non te ne accorgerai mai.

Questo vale per i grandi obiettivi, ma non per i piccoli: le piccolezze, quelle cose che fai ogni giorno, ti porteranno via più tempo del previsto. In parte sono cose necessarie, spesso sono rumore di fondo. Ti sei mai detto massì, sto altri cinque minuti su Facebook poi studio? E i minuti sono diventati  trenta? A quel punto basta, inizi quando scocca l’ora per fare cifra tonda.

Il cervello percepisce il tempo in modo strano: non si rende conto di quanto può fare nel lungo termine, se si impegna per poco tempo da oggi. Se sapessi a che punto ti può portare un po’ di dedizione, non butteresti le tue giornate a giocare a Fruit Ninja sull’iPhone.

O aggiornare sempre le stesse notizie su Facebook.

O rincoglionirti di fronte alla TV.

O leggere articoli su Mindcheats senza applicare mezzo consiglio (beccato 😉 ).

Queste sono vie di fuga dalla realtà. Sono i demoni che ti peggiorano la vita, ti danno un rimedio temporaneo ma si prendono la tua felicità a lungo termine. Ogni sera, prima di dormire, chiediti: oggi ho fatto veramente quello che mi rende felice?

Ti accorgerai che la TV, il telegiornale, Uomini e Donne non ti rendono felice. Ne riparliamo al punto 6.

3 – Il mio corpo mi appartiene?

Una delle sensazioni più belle al mondo è riuscire a correre due ore senza essere (troppo) stanchi. L’uomo è fatto per muoversi, ma forse ancora non te ne sei reso conto perché hai passato tutta la vita imprigionato in casa. Due ore di educazione fisica a scuola, e basta. Magari un’ora o due di calcio, ma senza mai faticare troppo. E poi oh, è inverno, c’è la neve, c’è la bora. No dai, resto a casa.

Ti è stata sottratta la libertà di muoverti, il tuo corpo soffre nella prigione della pigrizia. Ma visto che non conosci la libertà di disporre del tuo corpo, non te ne accorgi. Quando abbatti la barriera, quando ricominci a vivere in un corpo che risponde a quello che gli chiedi, allora dirai: come ceppa ho fatto a vivere finora?

Allora non penserai all’inverno, la neve, la bora. Penserai che è una bella giornata, e non vedi l’ora di uscire a correre.

Io per lavoro sto chiuso in casa, di fronte al computer, a scrivere, scrivere, scrivere… Ogni tanto (poco) devo alzarmi a fare due passi, il mio corpo si rifiuta di stare fermo. Il mese scorso mi si è infiammato un ginocchio e sono dovuto stare a riposo 3 settimane, è stato bruttissimo: mi sentivo stanco, privo di energie, meno concentrato.

Una buona metà degli articoli che scrivo per Mindcheats mi vengono in mente quando corro. Lo sport ossigena il cervello, ti fa pensare meglio, ti schiarisce le idee. Rilascia endorfine che, come il piccolo chirurgo ti dirà, ti rendono più felice. Come la morfina, ma senza lo sgradevole effetto collaterale che ti stecchisce.

Il tuo corpo è l’unico posto in cui puoi vivere. Trattalo bene.

4 – Ho un futuro?

Ouch. Questa fa male.

Ammettiamolo, i soldi non fanno la felicità, ma senza la pancia piena non sei l’uomo più felice del mondo. Serve una giusta via di mezzo, e la trovi facendoti questa domanda in anticipo.

Vedo molte persone che non hanno idea di cosa fare nella vita. Finite le superiori non sanno se andare all’università, si mettono a cercare un lavoro senza un piano preciso. Avanti di vent’anni, sono quelle persone che si accorgono di avere una certa età ma nessuna esperienza rilevante che permetta loro di aspirare a un buon lavoro con uno stipendio decente.

Se hai un piano per la tua carriera, ottimo! Passa al prossimo punto. Ma se ancora non sai cosa farai fra dieci anni, se non sai in quale settore vuoi inserirti, è il momento di farti seriamente questa domanda. Senza una strategia per trovare lavoro, non andrai molto lontano.

Se hai già scaricato il manuale anti-confusione, sai che gli esercizi ti fanno trovare i tuoi principi morali e ti danno la bussola da seguire per raggiungere i tuoi obiettivi ed essere felice. Puoi applicare gli stessi consigli con il lavoro: trova quello che vuoi fare, e poi scendi a valle con passi sempre più semplici che puoi fare oggi per indirizzarti verso una carriera.

Se rimani al livello più basso della catena alimentare, verrai mangiato da chi ha più esperienza di te. La competizione è sfrenata, gli stipendi da fame, le garanzie nulle. Puoi lamentarti, o puoi tirarti su e trovare una soluzione.

Se vuoi approfondire l’argomento, ti consiglio il mio articolo su come trovare lavoro.

5 – Quello che mi preoccupa adesso conterà fra 5 anni?

Questa è una domanda che dovrei farmi anch’io più spesso: fra 5 anni me ne fregherà ancora qualcosa?

La risposta: no. Sono pochi gli eventi che hanno conseguenze a lungo termine, la maggior parte sono solo rumore di fondo che si perde nel continuo della tua vita. Non lasciare che la tua felicità sia influenzata da certe cose.

Non ci credi? Fai l’esercizio contrario. Pensa a 5 anni fa, a quello che facevi, dov’eri, cosa pensavi. Quante piccole cose puoi ricordare? Quante hanno effettivamente impattato in modo serio sulla tua vita?

Ecco, appunto.

Impara a bloccare il rumore di fondo, tutte quelle cose che non contano per la tua felicità ma ti fanno perdere tempo ed energie mentali. Concentrati invece su ciò che ha significato, quelle cose che fra 5 anni ancora ti ricorderai e potrai dire che ti hanno cambiato la vita. Quella è la vera felicità. Fatti spesso questa domanda e ti accorgerai che le cose che ti bloccano adesso sono inezie nella tua vita, cose a cui nemmeno penserai fra qualche anno.

E le preoccupazioni di adesso non sono questo granché.

6 – Sono felice?

Ahh eccoci, la madre di tutte le domande. La più importante che puoi farti, quella che cambia tutto. Tutte le altre esistono in funzione di questa: non esiste niente nella tua vita, solo la felicità. Il resto è un mezzo.

Non posso dirti io come raggiungere la felicità, perché cambia da persona a persona. Per me può essere andare in montagna da solo e camminare tutto il giorno in mezzo a neve e caprioli, per te può essere stare al mare a prendere il sole. Noi tutti abbiamo idee diverse di quello che ci piace fare.

Il problema è capire cosa ti piace veramente. Il tuo inconscio non è programmato per raggiungere la felicità, ma ma contentezza immediata. Qual è la differenza?

  • La felicità è la una sensazione di benessere a lungo termine: sto bene adesso, stavo bene prima e starò bene domani. È quel calore che senti quando la tua vita va come vorresti.
  • La contentezza è immediata: sono contento ora, stasera non lo sarò più. È un palliativo, sopperisce alla carenza di felicità. Quando sei contento ma non sei felice, cerchi di mascherare dei problemi che non hai il coraggio di affrontare. Stai scappando dalla realtà.

Quindi non dire: sì sono felice, sono davanti al PC con la cioccolata calda. Quella non è felicità, è contentezza. Com’è la tua vita? Ti dà soddisfazioni? Stai avendo successo? Dove per successo intendo: realizzare i sogni che ti rendono felice. Non deve essere per forza legato alla fama o ai soldi: se per essere felice vuoi essere un pastore nella malga di Cima Rest, e sei effettivamente un pastore nella malga di Cima Rest, allora stai avendo successo a prescindere dal conto in banca e gli autografi che firmi.

Per essere felice devi avere degli obiettivi e raggiungerli. Devi avere uno scopo ulteriore nella vita, qualcosa che vada al di là dell’arrivare a fine giornata per stravaccarti sul letto. Per ricollegarci al punto sopra: devi sapere che stai facendo qualcosa che verrà ricordato.