I due tipi di pianificazione

Nei primi anni di esistenza di Mindcheats, ero concentrato sul parlare di tecniche che usavo io, e che mi tornavano utili nella vita di tutti i giorni. Col passare del tempo, sono sempre più passato ad argomenti generali, meno concentrati sulle tecniche e sulla visione d’insieme della tua vita. Sul grande progetto.

Anche perché diverse tecniche di cui ho parlato, ora, non le uso più. Non faccio più il sonno polifasico, perché avere una giornata flessibile per me ora è più importante del dormire il meno possibile. Non uso più la lettura veloce se non in certi casi, perché leggo per rilassarmi e mi rilasso di più leggendo lentamente. Io, per dire, la tecnica del pomodoro non l’ho mai usata.

Con questo, non dico che queste tecniche siano sbagliate. Le ho usate, e mi hanno tutte date dei benefici tangibili. Per questo le ho consigliate sul blog, e ancora le consiglio alle persone che ne trarrebbero giovamento.

Ma è proprio questo il problema, che non tutte le tecniche vanno bene per tutti. Dipendono dalla persona. Per questo sono passato a parlare di strategie generali nel manuale anti-confusione. Sono concetti che funzionano per tutti.

Ma un vantaggio di questo approccio mutevole, è che su Mindcheats ho col tempo creato un compendio di tutti e due i tipi di pianificazione esistenti: la pianificazione strategica, e la pianificazione tattica.

I due tipi di pianificazione

I due tipi di pianificazione che devi considerare nel tuo percorso di crescita personale sono:

  • La pianificazione strategica: ti dice cosa fare.
  • La pianificazione tattica: ti dice come farlo.

Le varie tecniche di cui ho parlato sono la parte tattica della pianificazione. Che non fa male, certo, ma continuo a pensare che non sia la più importante.

Metti di essere velocissimo ad andare in bicicletta. Hai una tecnica perfetta, ti alleni molto, quindi logicamente dovresti riuscire ad arrivare a destinazione prima degli altri. Quella è la tattica. Ma se continui a girare in tondo, non andrai da nessuna parte e una persona più lenta arriverà prima. Quella è mancanza di strategia.

La pianificazione strategica

La pianificazione strategica è più difficile di quanto farebbe credere l’esempio qui sopra, perché ce ne sono vari livelli. È un vero e proprio albero.

Esempio con lo studio. Le tecniche di memorizzazione e lettura veloce sono la parte tattica, ma qual è la parte strategica? Iniziare a studiare quattro mesi prima dell’esame, invece che quattro giorni? Certo, già quella è strategia. Ma lo è anche scegliere di rimandare un appello piuttosto che un altro.

O saliamo ancora di un livello. Decidere di scegliere una facoltà universitaria piuttosto che un’altra è una scelta strategica ancora di più ampio respiro. O scegliere se andare all’università o cominciare a lavorare.

Quando andiamo a vedere nel caso pratico, le cose si fanno più complicate di quelle che sembrano. Una decisione o pianificazione strategica è a livello più altro quando, scelta una fra diverse alternative, ti trovi a dover prendere altre decisioni strategiche come conseguenza della tua scelta precedente.

Quando scelgo di andare all’università, devo scegliere in che facoltà andare. Quando ho scelto la facoltà, devo decidere quali esami dare e quando. Da lì, creare un piano di studio per prepararmi nei giusti tempi. A ogni decisione scendo di livello, finché non arrivo alla pianificazione tattica.

La pianificazione tattica

La pianificazione tattica è più semplice, perché non devi decidere cosa fare. Devi solo capire come farlo nella maniera più efficiente possibile.

Tu hai già deciso di andare all’università, hai scelto la facoltà, l’esame che devi dare e in che tempi prepararti. Ora devi solo trovare la strada più efficiente.

La pianificazione strategica non ha risposte scritte nella pietra. Ognuno decide la propria strada in base alle proprie attitudini e passioni. Non ci sono necessariamente risposte migliori di altre. Certe persone vogliono fare il dottore, altre il carpentiere. Finché le tue scelte ti fanno star bene e ti rendono felice, sono le scelte giuste per te.

La pianificazione tattica invece ha un giusto e uno sbagliato. C’è una sola via per fare le cose efficientemente, ottenendo il miglior risultato con il minor investimento, e il tuo compito è trovarla. Da qui ad esempio la lettura veloce, per leggere un libro nel minor tempo possibile. Quella è una tattica, ma porta a dei benefici solo se hai fatto una giusta scelta strategica (scegliere di leggere il libro giusto).

Risolvere i problemi: la tecnica dell’escalation della pianificazione

In genere, le persone sono focalizzate sulla tattica piuttosto sulla strategia. Fare le cose nel modo più efficiente possibile, senza fermarsi a pensare se quello che stanno facendo è la cosa giusta o no.

Per questo continuo a vedere persone che mi dicono “Stefano, io sto lavorando come un mulo senza ottenere risultati, perché?” La risposta è che stai pensando alla tattica, e non alla strategia.

Per andare avanti ti servono due cose: la giusta direzione, e la velocità. Correndo nella direzione sbagliata ti stancherai, ma non arriverai mai al traguardo.

In questi casi, quello che consiglio è l’escalation della pianificazione (termine da me inventato al momento).

Invece di chiederti come fare meglio qualcosa che stai facendo senza ottenere risultati, chiediti perché lo stai facendo. Chiediti se ha veramente senso fare quella cosa.

Sul posto di lavoro non ottieni aumenti anche se lavori come un mulo? Chiediti se stai facendo la mansione giusta che viene maggiormente apprezzata dal tuo capo. Forse invece che spaccarti la schiena a portare sacchi di cemento, il datore apprezzerebbe maggiormente il risistemare le carte in archivio.

E se questo non funziona, risali alla decisione strategica di livello superiore (da qui il termine “escalation”). Chiediti se non sia forse il caso di cercare un altro lavoro in una ditta concorrente, se dove sei adesso il tuo lavoro non viene apprezzato.

Ancora niente? Sali di un livello. Forse è il momento di cercare lavoro in un altro settore, magari più adatto a te. O ancora più su, di trasferirti in una città più grande dove trovare più opportunità.

Ripeto, in questo caso non ci sono decisioni giuste o sbagliate in senso assoluto. Se per te è più importante la carriera, puoi decidere di trasferirti. Se è più importante la serenità, la famiglia e gli amici, puoi decidere di restare e accontentarti di un lavoro meno pagato o soddisfacente. È una scelta personale, dove solo tu puoi decidere.

Quello a cui serve questa tecnica, è capire la radice dei tuoi problemi e delle tue insoddisfazioni. Da lì, puoi fare scelte consapevoli sulla direzione da far prendere alla tua vita. E invece che essere in balia degli eventi, sarai tu a poter scegliere in maniera conscia e razionale come gestire il tuo futuro. E fidati, molte persone non arrivano mai a questo livello di consapevolezza e assertività.