Ecco perché non stai ottenendo risultati (e 9 soluzioni immediate)

Oggi pubblico uno straordinario articolo di Luca Rossi, che ci parla della ragione per la quale non stai ottenendo risultati, e propone 9 idee (alcune molto diverse da quelle che trovi sui libri) per raggiungere il tuo obiettivo. Buona lettura! 🙂

Immagina la seguente situazione: dopo aver letto un articolo di crescita personale, la tua motivazione sale alle stelle. Inizi a lavorare su un progetto, ci dedichi la maggior parte del tuo tempo, pianifichi minuto per minuto ogni singola attività e tieni conto di ogni progresso.

E fai tipo questa faccia qui.
E fai tipo questa faccia qui.

Passa il tempo, il successo sembra avvicinarsi ma i risultati non si fanno vedere.

Ma dato che tu non sei uno che si fa abbattere tanto facilmente, decidi di continuare a lavorare sul tuo progetto.

E ancora, niente risultati.

E fai tipo questa faccia qui.
E fai tipo questa faccia qui.

Ed ecco che ti senti confuso e disorientato e ti ritrovi a leggere questo articolo nella speranza di trovare la soluzione ai tuoi problemi.

Ti riconosci? Scommetto proprio di sì, e ti spiego anche perché. Possiamo dividere la popolazione in 3 categorie:

  • L’80% sono coloro che vivono per inerzia. Non sanno cosa vogliono dalla vita, non hanno un sogno, a loro basta un lavoro e una casa, quanto basta per sopravvivere.
  • Il 3% riguarda coloro che riescono a vivere dei loro sogni: dopo tanti sacrifici finalmente sono ricompensati e hanno dato un senso alla loro vita.
  • E il restante 17%? Beh, sono coloro che, come me e te, hanno sì degli obiettivi che vanno oltre la semplice sopravvivenza, vorrebbero realizzarli ma non ci riescono. Perché?

Se segui questo blog, saprai che esistono tecniche per:

  • Capire cosa vuoi dalla vita;
  • Gestire il tempo;
  • Ottimizzare le risorse;
  • Eliminare la procrastinazione;

La crescita personale sembra avere la risposta pronta a tutti i problemi, ma per la maggior parte di noi non sembra essere in grado di risolverli.

Per vedere perché questo avviene, voglio raccontarti la mia esperienza personale.

La mia esperienza

Io sono un programmatore. Da qualche anno sto maturando un’idea per un software rivoluzionario, la cui realizzazione però richiede tempo, risorse e grandi sacrifici. E soprattutto, per funzionare bene ha deve essere utilizzato da molti utenti.

Intanto, mi sono avvicinato al mondo delle app per smartphone: mi sono posto l’obiettivo di creare un’app virale, in modo da scalare le classifiche degli Store e permettermi di realizzare il software a cui ho accennato.

Ho iniziato ad appassionarmi alla crescita personale due anni fa, e piano piano ho iniziato ad adattarla alle mie esigenze. Se anche tu sei un programmatore, puoi capire benissimo come a volte può essere veramente difficile e frustrante risolvere problemi all’apparenza semplici, e un’alta dose di pazienza è necessaria.

Per questo ho fatto grandi cambiamenti nelle mie abitudini:

  • Ho iniziato a pianificare ogni ora delle mie giornate, con i vari obiettivi che mi prefiggevo giorno per giorno, in modo da massimizzare l’efficienza e ottimizzare il tempo.
  • Ho sconfitto la procrastinazione. Sì, l’ho fatto davvero: sono diventato una sorta di instancabile stacanovista.
  • Ho eliminato tutto ciò che era inutile: TV, videogiochi…
  • Ho selezionato le migliori fonti per imparare.
  • Ho iniziato a praticare quotidianamente la meditazione mindfulness.

Insomma, sembrava tutto perfetto. A breve avrei creato l’app perfetta, l’app da milioni di download, l’app che tutti scaricano, ma…

Niente.

Tutte le app furono un misero fallimento.

Dall’altra parte della città c’era Flavio, un mio amico che in un giorno di noia ha deciso di pubblicare un video su Youtube. Un video qualsiasi, senza la speranza di fare chissà quanto successo (no, non te lo faccio vedere 😉 ).

Risultato? In 4 giorni aveva superato 100.000 visite. E in 10 giorni era arrivato quasi a 800.000. Sbalorditivo, vero? 10 giorni!

L’euforia del successo ha portato Flavio a diventare uno Youtuber professionista, che oggi (quattro mesi dopo il primo video) può contare un milione di iscritti.

Come ha fatto Flavio ad avere tanto successo in poco tempo? Forse grazie ad un’accurata osservanza dei “comandamenti” della crescita personale?

Penso proprio di no.

Flavio, al contrario di me, proprio non voleva e non vuole saperne di crescita personale. Non pianifica niente, vive alla giornata, è un procrastinatore seriale, butta ore davanti alla TV.

Ma ha una passione. Una passione che lo motiva, lo fa andare oltre il semplice lavoro al fine di guadagnare soldi. Una passione che però ha scoperto da poco: fare video.

La mia sconfitta

A questo punto ti lascio indovinare: come potevo sentirmi? Dopo essermi fatto un culo enorme per ottenere… niente, come potevo sentirmi dopo aver saputo che un mio amico aveva raggiunto un enorme successo senza aver fatto… niente?

Il bello è che me lo rinfacciava pure: “Ma come, tu hai passato la maturità con 100/100 (studiando poco) “, e non hai ancora fatto niente di sensato nella vita?”

Ti ripeto che non era un tizio qualunque venuto da chissà quale angolo del pianeta come Psy o Dong Nguyen (clicca qui se vuoi sapere il suo segreto), ma un mio amico! Come potevo sentirmi?

Arrabbiato? Invidioso? Demotivato?

Qualunque sinonimo di queste 3 parole è esatto. Sono diventato talmente arrabbiato e invidioso da desiderare il fallimento di Flavio. E talmente demotivato da dirmi “al diavolo la crescita personale, mollo tutto”.

Esatto, alla fine ho fatto quello che in due anni non avrei mai immaginato di fare: mollare tutto.

Ho riscoperto il piacere della procrastinazione e ho ceduto alle lusinghe del divano che mi chiamava dicendomi “Vieni! Vieni a buttare la tua vita su di me!”

Dopo anni, ho riacceso la TV.

Ormai sembrava tutto finito. Ero diventato, anzi ero rimasto, un mediocre. Una persona che vive solo perché è nata. Un perdente. Un fallito.

Ma poi…

La lenta ripresa

Dopo due mesi buttati nel cesso (quindi lo 0,2% della mia vita), ho iniziato a chiedermi se valeva ancora la pena continuare a vivere così. Dopotutto, a me piaceva programmare, e sinceramente mi mancava.

Allora ho preso una decisione: lentamente, avrei ripreso la vita di prima. Ma con qualche modifica.

Innanzitutto, bisognava rivedere la crescita personale. Se io, che seguivo le regole della crescita personale alla perfezione, ero arrivato al punto di mollare tutto, allora avrebbe potuto farlo chiunque.

Ed ecco che ho elaborato una nuova interpretazione della crescita personale.

Crescita personale: la giusta interpretazione

In questo articolo sono sintetizzati i punti fondamentali di questa interpretazione. Alcuni sono gli stessi della crescita personale “classica”, altri rivisti parzialmente e altri completamente.

Vediamo quali sono.

1. Innanzitutto, un sogno e una passione

Per essere felici, bisogna avere basse aspettative. Questo è quello che dicono tutti, no?

Beh, la scienza ha dimostrato il contrario (per approfondire, vedi questo video). Per essere felici bisogna dare un significato alla propria vita, e per farlo bisogna inseguire un sogno.

Il sogno deve essere ambizioso, ma la scienza ha anche dimostrato che, più fantastichiamo sui nostri sogni, più la motivazione cala.

Ma allora, che si deve fare?

Non ti deve piacere solo il sogno in sé, ma anche il processo che porta alla sua realizzazione.

Per farlo, devi importi obiettivi più piccoli e facilmente realizzabili.

E per questo non intendo spezzettare gli obiettivi, ma creare delle vere e proprie tappe intermedie.

Se ad esempio vuoi diventare uno scrittore famoso, non scrivere un libro sperando che diventi un bestseller: probabilmente fallirai. Stephen King si è visto rifiutare 32 libri all’inizio della sua carriera. Piuttosto, inizia scrivendo per una rivista locale. Sarà meno probabile fallire, e sarà più facile passare al livello successivo.

Vuoi un esempio reale? Facebook (no, il link non porta al social network 🙂 ).

Mark Zuckerberg quando creò il social network lo rese inizialmente disponibile solo agli studenti dell’università di Harward (prima tappa), in seguitò lo aprì ad altre università (un’altra tappa) e infine al mondo intero (ancora un’altra tappa).

Questo rese Facebook un social network “d’élite”: solo pochi eletti potevano accedere, e ciò lo rendeva molto più prezioso di quanto non fosse in realtà.

Se Zuckerberg avesse deciso di rendere Facebook immediatamente disponibile a tutti, nessuno si sarebbe iscritto. Non c’era motivo di farlo, esisteva già Myspace.

Insomma, think globally, act locally.

2. Fallisci

Sai qual è la differenza tra una persona che non fallisce mai e una che fallisce sempre?

La prima non ha mai fallito perché non ha mai provato.

Il fallimento non è l’alternativa al successo, ma una tappa necessaria. Questo per due motivi:

  1. La legge dei grandi numeri: più tentativi fai, più è probabile che anche l’improbabile (ovvero il tuo successo) accada;
  2. L’esperienza: più tentativi fai, più cose imparerai ed eviterai di ripetere gli stessi errori.

E quando dico fallisci, non intendo una o due volte. Ma decine, centinaia, migliaia di volte.

Hai presente Angry Birds? Lo sai quante app hanno fatto fallire i creatori prima di raggiungere il successo con la leggendaria guerra tra uccelli e maiali verdi?

52.

52 app. Forse non sai che significa, ma per un programmatore come me questo numero è enorme. Già fare un’app di per sé è complicato, figuriamoci 52…

3. Il karma non esiste

Abbiamo visto che il fallimento è la chiave per arrivare al successo.

La crescita personale insegna che per arrivare al successo, devi meritartelo.

Ed è vero: se speri che un giorno diventerai ricco perché vincerai al Superenalotto, mi dispiace, ma hai fallito in partenza.

Tuttavia c’è da considerare che il successo non sempre è equo. In alcuni casi, il successo è casuale, o cieco (come il Superenalotto). Questo spiega perché Flavio è riuscito ad avere successo e io no.

A noi piace pensare che chi lavora di più, merita di più. Chi lavora più duro, merita di più. E che chi crea un’app da quattro soldi in due ore di lavoro per ottenere un milione di download nella prima settimana, beh, non lo merita.

Ma in realtà il karma non esiste, se non nella nostra mente. Se vuoi avere successo, devi applicare un metodo strategico basato sulla qualità del tuo lavoro, più che sulla quantità.

Prendi ad esempio un Justin Bieber e un Thomas Edison.

Il primo non mi sembra il tipo che ha fatto chissà quanti sacrifici, il secondo a costruito la prima lampadina funzionante dopo oltre 1000 tentativi. Eppure, entrambi hanno raggiunto il successo.

E che dire di quelli che, dopo migliaia e migliaia di tentativi, il successo non l’hanno mai visto? Dopotutto, nessuno parla di loro.

All’universo, di te, non gliene frega niente

Se devo parlarti sinceramente, non so se tentare più volte ti porterà mai al successo. Fallirai, fallirai ancora, e ti chiederai: ma ne vale davvero la pena?

Ma una cosa è certa: nessuno ha realizzato i propri sogni senza fare niente.

Molte persone tenteranno di fermarti. Ti diranno che è impossibile, che devi lasciar perdere. Ma ricorda, se queste persone proveranno a fermarti sarà solo per due motivi: o hanno paura di tentare o hanno paura che tu ce la faccia.

Non preoccuparti di quello che pensano gli altri o dei fallimenti, prova comunque. Non hai niente da perdere.

Comunque, esiste un modo per aumentare le probabilità di successo, ed è spiegato nel prossimo punto.

4. Impara e fai esperienza, ma nel modo giusto

La classica crescita personale ti dice che devi imparare e fare esperienza più che puoi. Ed è vero: mi auguro che tu faccia tutte le esperienze possibili!

Ma attenzione a non fraintendere questo punto. Imparare qualcosa di nuovo, così come fare delle esperienze, richiede tempo e energie. Cose che, si sa, sono limitate.

Se passi troppo tempo a imparare ciò che non ti servirà, passerai meno tempo a imparare ciò di cui avrai realmente bisogno.

Un classico esempio è la “trappola” delle informazioni in pillole.

Una persona che vuole vantarsi di essere colta, anziché prendere un libro e studiare sul serio, prende lo smartphone e fa una partita a QuizDuello, e alla fine può dire “Wow, questo non è tempo sprecato! Ho imparato che un uomo nell’arco della sua vita fa a piedi il giro della Terra 3 volte!”.

Bene, vuoi un applauso? Pensi che quell’informazione che hai imparato in 5 minuti ti servirà nella vita?

Il mio consiglio è: lascia perdere le informazioni in pillole, trova uno o due argomenti che ti piacciono davvero e diventa esperto in quelli. Tutto qua.

E per quanto riguarda le esperienze? Prendiamo il classico esempio delle mamme che vogliono a tutti i costi riempire le agende dei figli: lunedì piscina, martedì pianoforte, mercoledì calcio, giovedì violino…

Questo perché “in questo modo fanno tante esperienze”.

Questo approccio è giusto e sbagliato. Giusto perché un bambino deve fare più esperienze possibili per capire cosa gli piace. Sbagliato perché le esperienze nel 90% dei casi devono rimanere tali, non trasformarsi in hobby.

Certo, puoi vantarti di avere 10 hobby, ma non sarai esperto in niente. Piuttosto, è meglio avere 2 o 3 hobby ed essere bravo in quelli.

Io ad esempio ho due passioni principali: scrivere e programmare. Poi ci sono alcuni sport, ma in secondo piano. Non voglio riempire la mia agenda di impegni solo per potermi vantare di averli.

5. Non mettere i soldi al primo posto

La società del 21° secolo è malata di denaro. I soldi sono importanti per vivere una vita agiata, e in molti casi anche per realizzare i propri sogni, ma non sono tutto.

Molte persone falliscono perché fanno le cose non per passione, ma per soldi. E quando fai una cosa per soldi, fidati, fallirai. Perché sarai ossessionato dalla ricompensa del denaro, e non apprezzerai il processo che ti porta a fare quello che fai.

Ad esempio, a me piace creare applicazioni ben elaborate, giusto per passione, ma quando ho scoperto questo, mi sono stupidamente illuso del successo facile e ho iniziato a creare applicazioni banali nella speranza che diventassero virali.

Risultato? La storia che ti ho raccontato prima 🙂 .

Un altro esempio personale è il periodo in cui mi sono dedicato al freelance: un’attività remunerativa, ma che ho abbandonato.

Perché l’ho fatto? Perché non era soddisfacente: per me il software è arte, e dover scrivere codice da vendere agli altri è come chiedere a Leonardo Da Vinci di vendere la Gioconda, o comunque di chiedere ad un artista di vendere il suo cervello.

Se ci pensi, gli artisti vendono solo le opere più scarse: quelle migliori le tengono per sé. Certo, possono anche guadagnarci, ad esempio esponendole a delle mostre, ma saranno comunque opere personali.

Se vuoi fare un lavoro di qualità, devi farlo per te stesso. I soldi arriveranno comunque, ma non farne un’ossessione.

6. La pianificazione è importante, ma non esagerare

La pianificazione è essenziale per avere successo. Puoi avere tutta la motivazione di questo mondo, ma se non pianifichi le tue attività, agirai a vuoto e perderai tante energie e tanto tempo.

Però neanche tanta pianificazione va bene.

Questo perché le giornate sono imprevedibili, può accadere qualsiasi cosa e i tuoi piani possono essere sconvolti.

Se pianifichi ogni singola ora delle tue giornate, e poi avviene un imprevisto (gli imprevisti sono molto più comuni di quanto si crede), ci si ritroverà con delle attività arretrate che dovranno in qualche modo essere recuperate, per non contare poi le attività future.

Insomma, bisogna trovare un compromesso. Il mio consiglio è quello di pianificare poche cose, imponendoti di fare poche cose, ma di farle.

Ad esempio, se sei uno scrittore, potresti importi di scrivere 10 minuti al giorno, tutti i giorni. Se poi scrivi di più, è meglio. Ma non di meno.

Prendiamo ad esempio la gestione di un blog. Un blog fatto come si deve dovrebbe essere aggiornato costantemente, ad esempio ogni 7 giorni. Ma la motivazione non segue lo stesso ritmo del blog.

Se hai un blog lo sai molto bene: alcuni giorni sei motivato al massimo, scriveresti libri interi. Altri giorni invece ti senti demotivato e proprio non ne vorresti sapere di toccare la tastiera.

Per questo motivo, non ha senso pianificare ora per ora le tue giornate se non puoi prevedere quanto sarai motivato. Quando sei molto motivato, scrivi più che puoi e tieniti gli articoli come bozze: li pubblicherai in quei momenti in cui non sarai per niente motivato (fidati, arriveranno).

7. Conosci qualche tecnica di time management? Bene, dimenticala

Il time management è una delle cose più inutili della crescita personale. Grazie ad esso possiamo ritagliarci forse un’ora in più al giorno, ma se ne perdiamo altre 2 non ce ne accorgiamo.

La verità è che non è il tempo a mancarci, ma la motivazione.

Più che di time management dovremmo parlare di energy management.

Qui possiamo ricollegarci al punto precedente. Ad esempio ci si potrebbe dedicare ad attività produttive (come scrivere, programmare, progettare, disegnare…) la mattina quando la forza di volontà è al massimo, e ad attività non produttive (studio, revisione…) la sera.

Il time management, come abbiamo detto, è inutile. Il motivo principale è che stressa. È incredibilmente stressante stare attenti a come si passa il proprio tempo, a trasformare attività banali in task da completare in un certo periodo di tempo.

Anche il tempo libero e le relazioni sociali potrebbero risentirne. Se smetti di dedicare tempo a te stesso e agli altri solo per paura di perderlo, la tua vita in generale ne risentirà negativamente.

Personalmente, uso un’unica “regola” di time management: dedicare almeno 3 ore al giorno ai miei progetti personali.

Non importa quando e come: la cosa importante è prendere 3 ore dalle 24 che compongono un giorno, e dedicarle ai miei progetti. Tutto qua.

8. Trova un modello che ti ispiri, ma fai attenzione

Chiunque dovrebbe avere qualche modello da seguire per realizzare i propri sogni. Qualcuno che li ha già realizzati, che ti permette di imparare dai suoi errori e dalle sue azioni.

Io ad esempio ammiro molto Steve Jobs e Bill Gates, i due self-made men che hanno portato il computer nelle nostre case.

Tu puoi avere come modello chi vuoi, ma… fai attenzione, perché cercare a tutti i costi di imitare qualcuno non è sempre la scelta migliore.

Il modello da seguire è una persona che ha già raggiunto il successo, al contrario di te che devi ancora iniziare. Ma non devi guardare tanto ai successi di questa persona, piuttosto ai suoi fallimenti. Perché se guardi solo ai suoi successi, rischierai di demotivarti e credere che quella persona sia migliore di me.

A me non piacciono i film biografici, ma da quando ho visto Jobs, posso dire che questo è uno dei miei preferiti. Se lo hai visto, all’inizio del film Steve Jobs è presentato come un vero “essere umano”, con i suoi difetti, i suoi limiti e i suoi fallimenti. Non era un viziato pieno di soldi che, non avendo niente da fare, ha deciso di mettersi a costruire computer. Lui era uno come me e te.

E questo ti fa pensare che, se c’è riuscito lui, puoi riuscirci anche tu.

9. È normale voler mollare tutto, a volte

Ed eccoci arrivati all’ultimo punto, seriamente in contrasto con la classica crescita personale.

La crescita personale fa l’errore di demonizzare chi decide di mollare tutto, “bollandolo” come un debole.

Ma questo non ha senso.

Disperarsi e voler mollare tutto è umano. Ti succederà tante volte. La cosa veramente importante è che il desiderio di mollare tutto rimanga tale, solo un desiderio.

Io ho deciso di mollare tutto e ho buttato 2 mesi nel cesso, ma dopo ho ripreso a fare quello che facevo prima. Non posso mica dire di essere irrecuperabile!

Conclusione

Ed eccoci alla fine. Avrei ancora molto da dire, peccato che l’articolo diventerebbe eccessivamente lungo. Credo comunque di aver sottolineato tutti i concetti importanti.

Ricapitolando:

  • Trova una passione e realizza il tuo grande sogno in tappe intermedie.
  • Fallisci e impara dai tuoi errori.
  • Accetta il fatto che il karma non esiste.
  • Impara solo ciò che ti serve, fai tanta esperienza ma non trasformare tutto in hobby.
  • Non fare le cose solo per soldi. Se ci metti passione, prima o poi, i soldi arriveranno comunque. Non vendere il tuo cervello.
  • Pianifica solo a grandi linee.
  • Dimentica il time management, concentrati sull’energy management.
  • Impara dagli errori delle persone di successo.
  • Tranquillo, sei un essere umano pure tu. Puoi avere dei periodi bui.

Ma se dovessi riassumere tutto in una frase, questa sarebbe: trova la tua passione, e inseguila sempre, senza scuse.

Non rimanere nei limiti che ti impone la società. Esci dalla tua zona di comfort. Se vuoi che il mondo cambi, non aspettare che qualcun altro lo faccia. Sii tu il cambiamento che chiedi al mondo (Mahatma Gandhi). Hai una sola vita, cosa ti vieta di viverla al massimo?

Vorrei concludere con la citazione finale del film “Jobs”: “Solo quelli abbastanza folli da credere di poter cambiare il mondo, lo cambiano veramente”.

Luca Rossi studia Ingegneria Informatica all’Università di Ancona. È stato per un breve periodo programmatore freelance, ma ha abbandonato subito l’attività perché poco soddisfacente.

In questo periodo, sta avviando un’attività imprenditoriale per lo sviluppo di software, app e videogiochi.

Visita il suo blog eQuantum.