5 importanti lezioni che ho imparato vivendo da solo all’estero

Quando il 20 maggio ho fatto la valigia che mi avrebbe accompagnato il giorno dopo in Inghilterra, ho pensato a tutte le persone che perdono i capelli e passano ore a  decidere cosa portarsi dietro per la vacanza di una settimana. Prendo con ordine le cose che mi servono e le metto in valigia mentre ascolto un po’ di buona musica. Dopo un anno negli Stati Uniti, quattro mesi nel Regno Unito non sono niente.

Un conto è andare a vivere da solo, un altro è farlo dall’altra parte del mondo: non puoi tornare indietro. Se ti dimentichi qualcosa non puoi tornare a prenderlo, se hai un problema devi cavartela da solo. Non puoi tornare a casa dai tuoi, se ti ammali non sarai accudito dalla mamma.

Quando decidi mettere fra te e tutto quello che conosci un oceano, devi imparare a cavartela da solo alla svelta. Non hai molte possibilità. In questo articolo ti parlerò delle 5 lezioni più importanti che ho imparato dopo anni di viaggi in giro per il mondo.

1 – Il minimalismo porta alla felicità

"E lo chiami minimalismo? Guarda quanti muri!"
“E lo chiami minimalismo? Guarda quanti muri!”

Chi ha viaggiato con Ryanair conosce l’incubo dei 15 kili: il bagaglio da stiva non può pesare di più, quello a mano è limitato a 10 kg.

Anche con un marsupio nascosto sotto tre magliette, due felpe e un impermeabile, sei costretto a fare delle scelte: non puoi portare più dello stretto necessario. I vestiti essenziali, il computer, un paio di scarpe di riserva, l’accappatoio e poco altro. Devi scegliere le cose essenziali, perché il resto deve rimanere a casa. Al massimo te lo compri una volta arrivato, ma sei costretto a lasciarlo lì quando riparti.

Questo ti insegna molto sull’inutilità degli oggetti: puoi vivere bene con le cose che riesci a portarti dietro in un viaggio aereo, non ti serve altro. Quattro paia di scarpe? Tre cuscini? I ricordi di dieci anni di vacanze? Tutto inutile, tutta roba che fa polvere. La mia regola minimalista è che se non lo usi da 6 mesi è inutile: buttalo.

Per “utile” intendo anche quello che ti fa sentire bene. Io sono un grande appassionato di draghi, e nella mia stanza (in Italia) ne ho una collezione. Ogni settimana li spolvero con cura e quando torno a casa sono sempre lì, ad aspettarmi. Anche se non hanno un fine pratico immediato, sono utili perché mi fanno sentire bene. È irrazionale, ma è la mia passione. Ma quel pupazzo che ho buttato in fondo all’armadio cinque anni fa non mi serve, nemmeno mi ricordo che esiste. Quindi via, eliminato.

Il minimalismo e l’ordine creativo

Nell'immagine: ordine creativo. Ma anche no.
Nell’immagine: ordine creativo. Ma anche no.

Molte persone si vantano di vivere in uno stato di ordine creativo: il loro ambiente sembra caotico, ma loro riescono a  trovare tutto e a organizzarsi. Peccato che ogni settimana rivoltano la stanza alla ricerca di qualcosa che non riescono a trovare. Quello non è ordine creativo, è caos.

Se hai così tante cose che non riesci a trovare un posto dove metterle, ne hai troppe. Perderai tempo ed energie a cercare quello che ti serve.

Per iniziare, usa questa regola: ogni volta che introduci un nuovo oggetto nella tua casa o stanza, devi buttarne via uno.

La prossima volta che ti dimentichi le chiavi di casa (anche se usi questa tecnica), saprai a chi dare la colpa. Al tuo “ordine creativo”.

Usa questo principio: se gli altri pensano che sia disordinato, lo è. A te può sembrare logico, ma non è così. Metti ordine nell’ambiente in cui vivi e metterai ordine nella tua vita. È uno dei principi della crescita personale: se vuoi avere successo, devi focalizzarti sulle cose importanti ed eliminare il rumore di fondo (ti spiego come fare in questo articolo).

E qual è il rumore di fondo? Le cose che non ti servono.

2 – Le tue abitudini devono essere flessibili

Altre cose, invece, di flessibile non dovrebbero avere niente.
Altre cose, invece, di flessibile non dovrebbero avere niente.

Prima di andare negli Stati Uniti ho preso una bella abitudine: andare a correre. Io vivo a Brescia in una zona collinare, quindi per forza di cose corro in salita e discesa in clima mite. D’inverno corro con la neve, ma d’estate non fa mai troppo caldo.

Quando mi sono trasferito in Florida ho cambiato clima (tropicale) ed elevazione (piatto come l’encefalogramma di Vittorio Sgarbi).  In più ho iniziato un lavoro a tempo pieno con orari variabili dalle 10 del mattino alle 11 di sera. Se avessi cercato di mantenere le vecchie abitudini, non sarei più andato a correre.

Così mi sono adattato:

  • Correvo di mattina o pomeriggio, a seconda dell’orario di lavoro.
  • Correvo alle 7 di mattina o alle 9 di sera d’estate.
  • Facevo più kilometri, perché sul piano fatichi di meno.
  • Ho esplorato le strade vicine alla ricerca del percorso ideale.

Stessa cosa con il cibo: ho dovuto eliminare alcuni alimenti che non esistono in America, in cambio ho iniziato a mangiare prodotti tipici statunitensi (alcuni buoni e salutari, come la tilapia).

Il mondo intorno a te si evolve e, se non vuoi diventare un fossile, devi evolverti anche tu. Devi evolvere le tue buone abitudini a seconda dell’ambiente esterno e migliorarti costantemente. Anche senza un cambiamento radicale come il mio, la tua situazione cambierà e dovrai adattarti. Alcuni esempi:

  • Vai a fare l’università fuori sede.
  • Una nuova tecnologia rende il tuo computer obsoleto sul posto di lavoro.
  • Tua mamma/moglie ti chiede di iniziare a far qualcosa.

Per renderti flessibile alle sopravvenienze della vita, ti consiglio questo articolo: Come creare un’abitudine dinamica

3 – Pianifica il più possibile, poi pianifica ancora

Ottimo, ci siamo quasi.
Ottimo, ci siamo quasi.

Qui devo rimproverarmi, perché non sempre seguo questo consiglio. E quando non lo faccio, ne pago le conseguenze. Quando sono venuto in Inghilterra, per un momento ho rischiato di dover dormire in stazione. Ho risolto il problema, ma ho imparato che devo pianificare meglio il mio futuro quando fallire significa fare il barbone per un giorno.

Anche con anni di esperienza alle spalle, non posso affidarmi al caso. Ho troppo da perdere.

A nessuno piace pianificare, almeno finché non vede i benefici concreti. Ho scritto la prima bozza di questo articolo il 9 giugno, l’articolo completo il 16 giugno e l’ho pubblicato il 26 giugno. In questo arco temporale ho avuto tutto il tempo di rileggere, correggere, aggiungere e togliere. Se scrivessi gli articoli il giorno della pubblicazione, non riuscirei a inviare il nuovo post ogni mercoledì alle 13:00 in punto. E anche se ci riuscissi, sarebbero articoli-schifezza.

Ho appena finito di leggere un libro (Story Engineering) che analizza i fattori di successo per scrivere un buon romanzo. Un terzo del libro è dedicato alla pianificazione: prima ancora di scrivere la prima riga della prima bozza, devi sapere come andrà a finire la storia. Se inizi a scrivere senza pianificare, dopo 200 pagine potresti accorgerti che non hai una trama solida e i personaggi sono ridicoli. Risultato: devi ricominciare da capo e buttare via mesi di lavoro.

La pianificazione può essere di due tipi:

  • Strategica.
  • Tecnica.

La pianificazione strategica è quella a più ampio respiro, quella che ti dice dove vuoi arrivare l’anno prossimo o fra dieci anni. È quella che ti serve quando vuoi raggiungere il tuo grande sogno o trovare un lavoro.

La pianificazione tecnica è quella che ti serve nella prossima settimana, azioni che concretizzano la pianificazione strategica. Ad esempio: pianifico che il mio romanzo parlerà di un virus creato il laboratorio che viene rubato da dei terroristi, l’eroe di turno spara a tutti e salva il mondo.

Una volta definiti i punti generali (pianificazione strategica) posso passare alla parte tecnica: come riescono i terroristi a impossessarsi del virus, chi è l’eroe, cosa fa concretamente eccetera.

Per riassumere, la sequenza è:

  1. Definisci un obiettivo.
  2. Pianifica a livello strategico.
  3. Pianifica a livello tecnico.
  4. Agisci.

E non dimenticare l’ultimo punto: agisci. La pianificazione senza azione è come una Ferrari senza carburante.

4 – Un anno può cambiarti la vita

Tipo l'anno in cui sono usciti i Pokemon.
Tipo l’anno in cui sono usciti i Pokemon.

Nel mio caso, 6 mesi: quando ho studiato in Lettonia per un semestre mi sono accorto di quanto mi piace viaggiare, conoscere gente nuova, incontrare culture diverse. Da lì non mi sono mai fermato. Da metà 2010 ho passato più tempo all’estero che in Italia.

Ma un anno potrebbe non significare niente.

Se la tua vita va avanti giorno dopo giorno sempre allo stesso modo, senza un obiettivo più grande, arriverai alla vecchiaia e ti guarderai indietro pieno di rimpianti. Pensaci adesso: sei sicuro di voler vivere una vecchiaia piena di rimpianti?

Fra 10 anni ti ricorderai dei rimpianti, non dei rimorsi.

Hai agito, hai fatto un errore, hai imparato qualcosa. Può bruciare al momento, ma a mente fredda sarai felice di aver sbagliato. Di errori io ne ho fatti tanti, ma tutti mi hanno insegnato qualcosa.

Sei la somma dei tuoi errori.

Ogni giorno della tua vita devi avere un obiettivo in mente, un obiettivo che ti porterà più in là. Ogni sera devi andare a letto felice di aver fatto qualcosa. Per questo ti consiglio di scrivere un diario in cui annoti i tuoi progressi. Fra un anno torna a leggerlo e ti accorgerai di quanto sei migliorato.

Vuoi sapere la parte bella?

Il cervello sopravvaluta quello che può fare in un anno, ma sottovaluta quello che può fare in dieci anni. È la distorsione temporale: il tuo cervello percepisce in maniera diversa il tempo a seconda di quanto è distante dal presente (fonte). Cosa significa?

In un anno puoi cambiare la tua vita, quello che sarai fra 10 anni è limitato solo dalla tua immaginazione.

5 – Se procrastini sei finito

Durante i miei sei mesi in Lettonia, non ero il miglior uomo di casa. Cucinavo schifezze (ancora non sapevo i 10 principi di un’alimentazione sana) e nella mia stanza passavo l’aspirapolvere meno di quanto mi piacerebbe ammettere. O detto in altre parole: ero uno studente fuori sede qualsiasi.

La rivincita del fuori sede: Stati Uniti. Ogni settimana ho pulito per terra e la cucina era splendente. Ho imparato la mia lezione: se inizio a rimandare qualcosa, lo rimando per sempre.

La voglia di fare è una buona abitudine che può essere creata come tutte le altre: con la pratica. Se ti alleni a non rimandare, dopo un mese ti verrà naturale. Sarai più attivo e farai più cose in meno tempo. Non ti addormenterai più con la patina di amarezza tipica di chi non ha fatto niente tutto il giorno.

Metterti all’opera con i compiti più semplici dà il via al motore della produttività: inizia con le cose piccole e con il tempo passerai a obiettivi sempre più grandi. Perché?

Perché sei ambizioso, te lo leggo negli occhi.

Tu non vuoi essere una persona mediocre che sopravvive  fino alla pensione, altrimenti non leggeresti Mindcheats. Tu vuoi qualcosa di più, ma non sai come fare. Ti serve un percorso.

Inizia a fare quelle cose che ti prendono 10 minuti: passa l’aspirapolvere, inizia a cucinare roba  sana invece di buttare la pizza surgelata nel forno, apri il libro e studia 15 pagine. Ma non farlo stasera, altrimenti siamo punto e a capo. Fallo adesso, alzati dalla sedia in questo momento e lascia l’articolo a metà.

Torna a leggere solo dopo 10 minuti di vera produttività. O anche di più: quando inizi a fare qualcosa, per orgoglio personale non smetterai finché non l’hai portata a termine. Il cervello funziona così.

Ne approfitto per fare un test del colore. *Beep*
Ne approfitto per fare un test del colore. *Beep*

Fatto? Bravo.

Vedi? Sei ancora vivo.

Non sei morto dalla fatica, anzi adesso ti senti meglio. Lo so perché è così anche per me.

Questa è la tua prima vittoria contro la procrastinazione: mantieni questa nuova abitudine ogni giorno, sono 70 minuti a settimana. Non tantissimi, ma è un’ora abbondante di lavoro che prima non facevi. Ti accorgerai che basta poco per dare una smossa alla tua vita, e quando te ne renderai conto vorrai ancora di più. Perché sei ambizioso.

Cementa subito il tuo successo: scrivi in un commento qui sotto cosa hai fatto in questi 10 minuti!