Il mio digiuno dalla politica: ecco perché non sono andato a votare

Nonostante tenessi Mindcheats sempre aggiornato, fra il 2010 e il 2011 ho svolto un periodo di studio all’estero, precisamente a Riga in Lettonia, della durata complessiva di 6 mesi. Ovviamente da quelle parti i mezzi di informazione italiani non erano assolutamente reperibili: c’erano solo canali televisivi e giornali lettoni, o al massimo russi.

parlamento

Va da sé che questo ha significato un netto allontanamento da tutti i fatti di cronaca e di politica nostrani: avevo ben altro da fare piuttosto che stare a seguire i quotidiani online, e in buona sostanza Facebook è stato l’unico contatto che ho avuto con l’Italia in tutto questo periodo. Quindi potete facilmente immaginare che le informazioni non abbondavano né in quantità né in qualità.

Fu allora, in quell’ambiente protetto dai media italiani, che capii una cosa: la politica non mi dava altro che emozioni negative! Non solo la politica, ma anche la cronaca: le due notizie più rilevanti che mi sono giunte all’orecchio sono state l’occupazione degli immigrati nel cantiere di Brescia (che fra l’altro è a meno di 100 metri dalla mia università) e la morte di Sarah Scazzi, per il resto non so molto. Eppure non mi mancava niente, non sentivo assolutamente il bisogno di guardare un TG ed ero felice come non mai.

La notizie di un omicidio e di un’occupazione non credo proprio siano di grande aiuto per la mia crescita personale, e quindi ho fatto una scelta: addio politica e addio a tutti i mass media! La decisione definitiva l’ho presa un paio di mesi fa, ma prima di mostrare la mia esperienza qui su Mindcheats ho deciso di vedere per un po’ come mi trovavo. Beh, i risultati sono stati veramente eccellenti, e senza l’ulcera provocata dalle classiche diatribe politiche vivo molto ma molto meglio.

Ciò naturalmente non significa che ho tagliato i ponti con l’esterno: mi informo ancora su ciò che mi piace e sugli argomenti attinenti alla mia crescita personale. Seguo tutt’ora con passione psicologia, informatica, economia, astronomia e molte altre cose. Le uniche cose che ho escluso sono quelle che, secondo me, abbassavano la mia felicità e la qualità della mia vita.

Non credo proprio sia un caso che il primo argomento a venir silurato è stato la politica italiana: il livello di aggressività delle parti in gioco è ben oltre i limiti della tollerabilità, quella gente che si scanna non merita più il mio tempo. Tuttavia continuo a seguire la politica internazionale: molto più rilassata, senza contare che informarsi aiuta a mantenere la mente attiva.

E quando parlo di digiuno dall’informazione, ci vado giù pesante: magari sono io che devo aggiustare un po’ il tiro, ma non ho proprio guardato le mezze misure. Niente più politica in tutti i sensi: significa che non sono nemmeno andato a votare all’ultimo referendum. C’è qualcuno che potrà obiettare che è un mio dovere civico andare a votare, che tutti devono contribuire per il bene dell’Italia. Tutte valide argomentazioni contro le quali non ho nulla da obiettare, ma il punto è un altro: senza nessun tipo di coinvolgimento con la politica, vivo meglio. Senza contare che non credo proprio sarebbe giusto andare a votare riguardo a questioni sulle quali non sono minimamente informato.

Per pura coincidenza, poco dopo il mio ritorno in Italia ho letto un articolo dal blog Efficacemente.com, che invita a quella che l’autore definisce la “dieta mediatica”: smettere di controllare ossessivamente ogni informazione su Facebook, social network e programmi televisivi. Per quanto Efficacemente.com sia molto più moderato di me, il principio è più o meno simile: troppe informazioni fanno male, soprattutto quelle sbalgiate.

Non solo questo: ho notato già da un po’ di tempo che la politica ha il potere quasi magico (o meglio diabolico) di riuscire a far litigare due persone che fino ad allora erano andate d’amore e d’accordo, solo perché hanno una visione politica diversa. E visto che secondo me non ne vale assolutamente la pena, preferisco estraniarmi dalla politica ed evitare discussioni negative.

Che dire, questa nuova filosofia di vita (che ho battezzato con il nome di apolitica) mi soddisfa appieno finora, e non ho intenzione di cambiare per il momento. Eliminare le emozioni negative è un passo importante per la felicità personale, anche quando si parla di politica. Naturalmente non voglio convincere nessuno a cambiare idea (soprattutto perché l’argomento è abbastanza spinoso), sia ben chiaro. 🙂

E voi cosa preferite? Il vostro senso civico è più sviluppato del mio?